Il piazzale di San Martino è un capolavoro paesaggistico di Napoli, un punto panoramico dove si può scorgere praticamente tutta Napoli, dunque un luogo che chiunque si trovi a Napoli dovrebbe visitare.
Ma oggi appare dimezzato da un lungo pezzo di muratura a causa di un cedimento del costone. Inoltre, nella “armatura” di legno scolorito e fradicio, si possono “ammirare” bottiglie di champagne, piatti e bicchieri di plastica, rifiuti di ogni tipo.
Così è oggi l’area un tempo riservata alle botteghe artigianali “di lusso” che si trovavano vicino alla Certosa di San Martino.
A sottolinearlo sono la direttrice del Polo museale regionale, Anna Imponente e la direttrice di Certosa e Museo di San Martino Rita Pastorelli.
Dopo 2 anni di lavoro e 3 milioni per il restauro, riapre uno dei gioielli della Certosa e torna anche il presepe Cuciniello.
Le due direttrici aprono le porte della seicentesca chiesa delle Donne, chiusa da 40 anni, esterna alla Certosa che fu costruita per le donne fedeli che non erano ammesse negli ambienti certosini, inoltre l’annesso giardino serviva per riposare, dopo aver “scalato” la collina.
La chiesa fu realizzata intorno al 1590, negli anni del Priore Severo Turboli, che ha trasformato l’intero complesso certosino. Alla Chiesa delle donne ha lavorato anche l’architetto toscano Giovanni Antonio Dosio. Durante il restauro e’ venuto alla luce, nell’angolo nord-est, un vano di accesso alla sacrestia. Già nel plastico settecentesco del Duca di Noja questo spazio appare parzialmente occupato da corpi aggiunti in corrispondenza della scala interna.
Il rilievo del 1812 restituisce una situazione caratterizzata, relativamente al lato ovest, da un doppio ingresso al cortile, corrispondente alle due arcate ora rese visibili.
La chiesa è stata rimessa a nuovo dal Mibac insieme con la facciata della foresteria ottocentesca della Certosa, grazie a fondi Fesr 2014-2020 Cultura e Sviluppo ad opera dell’Ati di imprese Modugno, Minerva e Domus.