“Il circo non è divertente per gli animali” è questa la battaglia che sta portando avanti l’organizzazione no-profit “Essere Animali” per sollecitare il governo ad emanare il decreto previsto dalla Legge n.175 del 2017.
Oltre 50 paesi nel mondo hanno emesso divieti sull’utilizzo di animali, mentre in Italia esiste una legge del 1968, vecchia di 50 anni. Due terzi dei paesi dell’Unione Europea hanno già vietato l’impiego di animali negli spettacoli circensi. In Italia invece vengono utilizzati ancora elefanti, tigri e altri animali per “divertire” il pubblico.
L’anno scorso fu approvata alla Camera la Legge del Codice dello Spettacolo n. 4652, che prevede il graduale superamento dell’uso degli animali nei circhi. La legge-delega impegna l’attuale governo ad emanare, entro il 27 dicembre 2018, un decreto legislativo che stabilisca le modalità di dismissione degli animali nei circhi.
Secondo il Rapporto Eurispes oltre il 70% degli italiani è contrario ai circhi che utilizzano gli animali, ma vorrebbero esibizioni con acrobati, trapezisti, giocolieri e non gabbie con animali ridicolizzati e snaturati. Pensiamo ad esempio alla bella realtà de le cirque du soleil, dove non vengono usati animali.
In Italia non esiste un registro nazionale con il numero dei circhi e degli animali detenuti. Gli ultimi dati sono quelli della LAV, che ha censito circa 2000 animali in un centinaio di circhi, rilevando una netta crisi del settore, con un calo del numero di spettatori.
Il video che segue è stato diffuso dall’Animal Defenderes International (Adi), che raccoglie quindici anni di maltrattamenti nei circhi della Gran Bretagna, non diversi da quelli italiani.
Bastonate, colpi con l’uncino, frustate, urla, ma anche gabbie strettissime, catene corte al punto di non poter muovere la zampa, giacigli sporchi. Una vera e propria macchina dell’orrore quella che si nasconde dietro una “divertente” serata al circo. Portate i vostri figli al parco giochi, nei musei, in librerie, non insegnategli la violenza. E’ la libertà il vero divertimento.