Ultras ucciso durante Inter-Napoli, si indaga su un 20enne napoletano


Dalle prime ricostruzioni della polizia, sugli scontri avvenuti all’esterno dello stadio Meazza di Milano il 26 dicembre scorso, in occasione della partita Inter-Napoli che ha visto la morte di Daniele Belardinelli, sembrerebbe che alla guida dell’Audi station wagon di colore nera che ha investito Belardinelli ci fosse un ventenne incensurato della zona di Salvator Rosa, tifoso della Curva A, accanito sostenitore del Napoli al San Paolo e in trasferta. 

Era lui, secondo la polizia, alla guida dell’auto intestata in leasing al padre, sequestrata, dalla Digos di Napoli. Belardinelli potrebbe essere stato investito da più auto. Una delle macchine che si trovava sul luogo dell’incidente sarebbe l’Audi nera il cui sequestro è stato firmato dai pm di Milano, Rosaria Stagnaro e Michela Boldieri.

Come riporta Repubblica.it, il giovane durante l’interrogatorio avrebbe negato di essere stato a Milano il 26 dicembre, ma la sua versione è stata smentita da alcune testimonianze. Un lavoro accurato quello svolto dalla Digos di Milano, che per risalire al veicolo sospetto ha intrecciato immagini e video recuperati sui social e su internet, oltre alle dichiarazioni dei tifosi presenti agli scontri. Si cercano almeno altre quattro auto, che si trovavano in via Novara quella sera. Anche queste sarebbero partite da Napoli. 

Le immagini a disposizione degli investigatori, però, non sono chiarissime e non permetterebbero di individuare con precisione l’auto o le auto che hanno travolto e schiacciato Belardinelli che, secondo la testimonianza del capo dei Boys dell’Inter Marco Piovella (arrestato perché sospettato di aver organizzato l’agguato ai napoletani), era già a terra quando “Un’auto lentamente gli passava sopra”. L’auto sequestrata non presenta ammaccature, quindi dovrà essere sottoposta a una perizia, per tentare di trovare eventuali tracce ematiche. Altre informazioni per avere un quadro completo della vicenda potrebbero arrivare dalle testimonianze degli ultras del Napoli e dell’Inter ascoltati in questi giorni. 

Nelle prossime ore, accompagnato dall’avvocato Emilio Coppola, presso la questura di Napoli si recherà il tifoso autore dell’audio choc sugli incidenti di Milano diffuso da Radio Marte e Canale 21: “Mamma mia cosa è successo! Sono usciti duecento di loro, li abbiamo secutati malamente, li abbiamo schiattati. Un macello. È arrivata anche la paranza dei Baroni che stava dietro di noi. Con onore ci siamo fatti valere. Abbiamo usato bidoni e bottiglie di vetro. Sette, otto di loro con le facce tagliate. Cinque o sei li abbiamo lasciati a terra. Hanno chiesto loro tregua. Dopo che hanno preso il compagno loro morto per terra li abbiamo attaccati un’altra volta. Li abbiamo uccisi questi cani da pecora” – dice il tifoso ad un amico.

L’avvocato Coppola tiene a precisare: “Il mio assistito non è indagato, ha deciso di presentarsi in questura per rendere spontanee dichiarazioni sull’audio. In passato è stato colpito da Daspo ma è sempre stato assolto nei procedimenti ed è incensurato”. Al momento ci sarebbero 20 indagati tra i supporter dell’Inter, ma accertamenti sarebbero in corso su almeno 80 nerazzurri e 70 napoletani.


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