Sul fenomeno in generale: “E’ chiaro che nel 2018 non si può morire di calcio, anche se l’uso dei coltelli c’entrano poco con il calcio. Fortunatamente, i numeri dei morti, dei feriti e degli arrestati sono in calo e dicono che il calcio è uno sport sempre più sano. Anche i Daspo sono in diminuzione, adesso sono 6500. Ogni settimana si muovono 12 milioni di persone e 6mila sono i teppisti. Non bisogna quindi confondere i tifosi con questi delinquenti. L’obiettivo del tavolo di oggi è di eliminare la violenza, dentro e fuori gli stadi, e useremo ogni mezzo per riuscirci. Il calcio è emozione, gioia, passione ed educazione. È un’opportunità per migliaia di ragazzini di provincia”.
Sulla possibilità di lasciare il campo dopo i cori razzisti proposta da Ancelotti: “Spero non si ripetano episodi simili. Non confondiamo il razzismo che va condannato con il bello del calcio che è anche rivalità di quartiere. Chiudere gli stadi o sospendere le partite è una sconfitta del calcio”.
Sull’assenza dei rappresentanti delle curve: “Per me è un vantaggio conoscere il tema della curva, da quando avevo 15 anni che ci vado. Ho incontrato anche alcuni delinquenti ma chi va allo stadio per spacciare o fare scommesse clandestine non è mio interlocutore. Sono convinto che la risoluzione del problema passi attraverso la responsabilizzazione dei tifosi, di quelli che hanno intenzione di collaborare”.
Sulle forza dell’ordine? “Il numero degli agenti impiegati è notevole e ci piacerebbe che il costo fosse condiviso dal mondo del calcio. Vogliamo tornare a riorganizzare la trasferte collettive. Sono più facilmente controllabili mille tifosi su un treno che cento macchine che entrano in città. Bisogna responsabilizzare i tifosi e fare capire loro che chi sbaglia paga. Chi sbaglia da tesserato deve pagare il doppio, gli allenatori e i giocatori hanno più responsabilità. L’errore è mettere tutti sullo stesso piano. È molto scivoloso il tema della sospensione delle partite in caso di cori, rischiamo di mettere in mano a pochi il destino di tanti. D’accordo a non sospendere Inter-Napoli, ci sarebbero stati tanti problemi fuori. Lavoriamo per gli stadi di proprietà con camere di sicurezza, che permettono di individuare subito i colpevoli. Come in altri paesi gli steward devono avere più potere”.