Nino D’Angelo contro Salvini: “Chiude i porti, ma non le curve ai razzisti”
Gen 09, 2019 - Redazione
Sanremo 2019 segnerà il ritorno sul palco dell’Ariston di Nino D’Angelo. Insieme a Livio Cori, il cantante napoletano porterà il brano “Un’altra luce”. Nonostante le prove serrate, il nostro Nino ha trovato il tempo di attaccare aspramente il ministro dell’Interno Matteo Salvini in una lunga intervista rilasciata a Repubblica.
“Chiude i porti ai migranti e lascia aperte le curve ai razzisti si commenta da solo. D’altra parte, di cosa ci meravigliamo? È lo stesso che cantava “Vesuvio, lavali col fuoco””. Così ha esordito il cantante ricordando lo spiacevole episodio dei cori razzisti nei confronti di Koulibaly nel corso della tragicamente famosa partita Inter – Napoli. “E’ un ragazzo d’oro ed un grandissimo calciatore” continua parlando dell’azzurro.
Nino D’Angelo ha raccontato di essere stato anche lui vittima di insulti di stampo razzista nel Nord Italia: “So come ci si sente, io stesso sono stato vittima del razzismo. Negli anni ’80, in tante parti del Nord, trattavano noi meridionali come oggi vengono etichettati i migranti. Ed è assurdo che negli stadi si debbano ascoltare anche certi cori contro una città, contro un popolo”.
Tornando sul tema migranti ha continuato ad attaccare Salvini: “Evidentemente è più facile mostrare severità contro 49 persone, fra le quali donne e bambini, che si trovano in mezzo al mare. Ma non mi stupisco, sono anni che Salvini delegittima il Sud. Basta fare un giro in internet, ci sono i filmati che lo riprendono mentre intonava quei cori”.
Quando il giornalista di Repubblica gli fa notare che il ministro ha cambiato il suo modo di rapportarsi al Meridione negli ultimi anni, il cantante si dimostra scettico: “Ha cambiato tante posizioni, adesso è tutto tarallucci e vino. Però mi viene da pensare che il suo pensiero sia sempre lo stesso. Non dimentichiamo che il suo partito nasce politicamente con l’obiettivo di dividere l’Italia. Non si chiama più Lega Nord, bensì solo Lega. Eppure la sua natura resta quella”.