La vicenda tragica, conclusa con la morte di uomo di appena 49 anni risale al 24 luglio scorso. Solo ora è balzata sulle pagine di cronaca, in quanto il legale che ha seguito e studiato tutto la documentazione, ha deciso insieme ai familiari di esporre denuncia per presunti ritardi nei soccorsi.
La vittima era Alberto Mazzola Turco che lavorava ed era socio di una nota e frequentata braceria vomerese Cantina La Barbera. L’uomo secondo le analisi che sono succedute sarebbe morto per una epiglottidite acuta che gli avrebbe causato una così grave infiammazione delle vie respiratorie, fino a condurlo al decesso.
Ma la vicenda, secondo quanto è riportato da Il Mattino e basandoci sulla nota resa pubblica dall’avvocato della parte lesa, avrebbe avuto dei risvolti negativi a causa dell’inefficienza dello staff sanitario, che avrebbe tergiversato troppo prima di trasportare con urgenza l’uomo in un vicino ospedale. Secondo quanto è emerso, il 49enne accusava dei fastidi da alcuni giorni e pensando che fosse una semplice influenza non si sarebbe preoccupato più di tanto. Ma con il passare del tempo l’uomo avrebbe riscontrato gravi problemi e difficoltà nel respirare, per tale motivo venne richiesto l’aiuto di una unità di soccorso.
Ed è proprio in questi frangenti che secondo quanto sostengono i familiari si sarebbe commesso un errore grave. Infatti lo staff sanitario avrebbe preferito visitare l’uomo con una strumentazione non adatta, invece di trasportarlo con urgenza in ospedale. Nonostante apparisse già cianotico, con il collo gonfio e con serie difficoltà a respirare. Solo in un secondo momento, quando la situazione era già abbastanza compromessa, l’uomo sarebbe stato trasportato presso l’ospedale vicino. Morendo dopo 5 giorni di agonia.
La triste storia di Alberto ricorda molto quella di Anna, la giovane e futura sposa che è deceduta per le complicazioni dovute ad un mal di pancia. Due casi che hanno condotto a due decessi, a causa di presunte negligenze mediche. Ipotesi che devono essere ancora confermate dalle autorità competenti, ma se così fosse, queste vicende getterebbero una luce negativa sulla sanità napoletana e campana.