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14 febbraio, San Valentino: cosa succede al cervello quando ci innamoriamo

L’innamoramento è quel momento in cui due persone senza un motivo ben preciso sentono il bisogno di condividere tutto. Basta uno sguardo, un sorriso, un accenno e tutto succede in un istante. E’ un momento in cui la ragione tende a farsi da parte e a comandare sono solo i sentimenti. Ma cosa succede precisamente al cervello quando ci si innamora perdutamente di una persona?

In realtà è tutta questione di chimica! Il nostro cervello è suddiviso in varie aree, ognuna di essa svolge determinate funzioni in risposta ad uno stimolo esterno. Vengono secreti continuamente sostanze particolari chiamate neurotrasmettitori che hanno il compito di modulare l’attività cerebrale attivando e disattivando determinati circuiti in base alle emozioni.

Durante l’innamoramento si attivano aree cerebrali legate al piacere. La passione che si prova all’inizio del coinvolgimento amoroso è dato dall’attivazione di alcune aree che sono legate al meccanismo di gratificazione  e a quella degli impulsi. Si crea così il desiderio del contatto fisico e il letterale bisogno di stare accanto alla persona di cui ci si sta innamorando.

Questione di chimica!

In realtà la scienza ha detto da tempo che l’amore si scatena grazie a varie reazioni chimiche che avvengono all’interno del nostro sistema nervoso. Sono 3 sostanze chiamate neurotrasmettitori, quelle che agiscono in questo fantastico processo.

La prima sostanza è chiamata feniletilammina, in natura si trova anche nel cioccolato e non solo nel cervello. Durante l’innamoramento essa viene prodotta in grandi quantità. Stimola il cervello a secernere le endorfine che sono considerate le molecole della “felicità” perchè tendono a donare, se secrete in grandi quantità, un senso di benessere generalizzato. Il primo step dell’innamoramento vede questa sostanza maggiormente prodotta con lo scopo di procurare una sensazione di benessere fisico e mentale.

Un’altra sostanza che viene prodotta in grandi quantità è la noradrenalina.  Aumentando le concentrazioni di questo neurotrasmettitore si hanno vari effetti: cambiamenti fisiologici che fanno aumentare il battito cardiaco e la sudorazione delle mani. In pratica questo neurotrasmettitore va ad agire sul sistema nervoso simpatico che si attiva in casi come forte stress o in situazioni di emergenza.

La dopamina invece è quel neurotrasmettitore che provoca sensazioni associate al processo d’innamoramento. Agendo anch’esso sul sistema nervoso simpatico, provoca un aumentare della pressione sanguigna e aumenta di conseguenza la frequenza cardiaca. Con il suo rilascio, va a stimolare più di 5 tipi di recettori diversi andando a toccare non una sola area del cervello, ma molteplici, scatenando delle vere e proprie sensazioni di godimento.

Dall’innamoramento all’amore vero

Feniletilammina, noradrenalina e dopamina sono quindi il tris vincente per un innamoramento con i fiocchi. Con il tempo però il livello di questi 3 neurotrasmettitori si abbassa e dopo l’innamoramento si ha la trasformazione in amore vero e proprio, periodo in cui subentra l’affettività. Le sostanze coinvolte, stavolta sono: bassi livelli di serotonina, alti livelli di produzione di endorfine, vasopressina e ossitocina. Questi ultimi due sono chiamati gli “ormoni delle coccole” ed è grazie ad essi se subentra la stabilità del rapporto. I livelli di ossitocina e vasopressina aumentano durante lo scambio di effusioni affettive e durante i rapporti sessuali.

Innamorarsi è sicuramente un’esperienza unica da vivere. Al di là della chimica l’innamoramento e l’amore vero e proprio possono spingere le persone a compiere azioni uniche. E’ strano pensare che uno sguardo, una parola, un semplice sorriso possa indurre un cambiamento temporaneo nella biologia del corpo umano. Questa reazione scatta, ma perché solo con una determinata persona? E’ questo il vero mistero che la scienza non riesce ancora a svelare.  

FONTI

www.chimicamo.org 

www.iissweb.it