Sergio De Simone, sette anni appena, è stato un deportato napoletano di religione ebraica e vittima dell’Olocausto.
Nacque a Napoli il 29 novembre 1937 nel quartiere Vomero, da Eduardo De Simone, cattolico e sottufficiale nella Marina Militare Italiana e da Gisella Perlow, di origine ebraica, nata a Vidrinka in Russia. Dopo il matrimonio la coppia si stabilì a Napoli.
Con il marito lontano, la donna decise di ritornare a Fiume, sua città d’origine quando il 21 marzo 1944 i tedeschi arrestarono 8 componenti della famiglia inclusi Gisella, il piccolo Sergio (6 anni), e le cuginette Andra e Tatiana Bucci di 6 e 4 anni. Condotto ad Auschwitz Sergio fu l’unico italiano tra 20 bambini selezionato come cavia umana per gli esperimenti del Kurt Heissmeyer. Furono messi a disposizione del medico nel campo di concentramento di Neuengamme per esperimenti sulla tubercolosi.
Al termine di questi studi tutti i 20 bambini e i loro accompagnatori furono uccisi nei sotterranei della scuola amburghese di Bullenhuser Damm.
In cosa consistevano questi esperimenti?
Ai bambini furono inoculati i bacilli tubercolari, causando così la rapida diffusione della malattia. In seguito i bambini ammalati e febbricitanti, vennero operati per asportare loro i linfonodi che secondo le teorie del medico avrebbero dovuto produrre gli anticorpi contro la malattia.
Gli alleati erano alle porte e così i nazisti si posero il problema di cosa farne di questi bambini, a Sergio e agli altri fu iniettata una dose di morfina e furono impiccati alle pareti di una stanza della scuola. Era il 20 aprile 1945. I cadaveri furono riportati nel campo di concentramento di Neuengamme e lì cremati.
Per non dimenticare…
Fonte:
Biografia di Sergio De Simone, a cura dell’Associazione I Bambini di Bullenhuser Damm