Sul finire del 2018, la SVIMEZ ( acronimo per Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno), a seguito di un’attenta analisi circa le politiche di lavoro adottate dagli ultimi governi, poneva l’attenzione circa il paradosso secondo cui nonostante si registri un aumento della percentuale del Pil e quella dell’occupazione al Sud raddoppiano però i nuclei familiari con componenti disoccupati.
Altro dato allarmante riguarda gli under 35, i giovani, categoria maggiormente vessata dalla crisi.
La contraddittorietà dei numeri è data poiché il prodotto interno lordo aumenta grazie ai finanziamenti dei privati e gli occupati, retribuiti al minimo, rientrano nella fascia di età over 50.
La disoccupazione, piaga sociale difficile da debellare, permette alla Campania di strappare, sul finire di questo primo mese del 2019, un altro primato al Nord con il 13,5% di suicidi per ragioni di natura economica.
Il dati riportati sono quelli dell’Osservatorio della Link Campus University, la quale registra, solo nel 2018, in Campania la percentuale più alta di morti suicida di tutto lo stivale.
Un’indagine sociologica sul fenomeno durata 7 anni che oggi racconta attraverso i numeri la disperazione che colpisce in particolar modo la categoria dei disoccupati.
Nicola Ferrigni, ricercatore e sociologo presso la Link Campus University: «Questo pone l’accento su un problema occupazionale che rappresenta un’emergenza non più procrastinabile e che richiede una decisa riforma del welfare state: ben vengano dunque interventi legislativi come il reddito di cittadinanza che se da un lato si configura come una misura di sostegno al reddito, dall’altra si propone di rimettere in moto il mercato del lavoro anche attraverso una riforma strutturale e motivazionale dei centri per l’impiego».