“Una nota paninoteca lombarda, con sedi a Muggiò, Seregno e Cantù, ha lanciato una massiccia campagna pubblicitaria lungo le strade brianzole per presentare il suo nuovo panino: ‘Il terun’. Una scelta di marketing inelegante e poco appropriata in un Paese che, oggi più che mai, vive in un clima di discriminazione e contrapposizione territoriale”. La denuncia arriva dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e dal conduttore de “La Radiazza” su Radio Marte Gianni Simioli.
“Non c’è nulla di divertente e ironico nel chiamare un panino ‘Il terun’. Specialmente se questo avviene usando un claim come ‘Tel chi el Terun’ (Eccolo qui il terrone) che, oltre uno spettacolo comico, ricorda le becere discriminazioni alle quali sono state sottoposti nel dopoguerra i tanti napoletani, siciliani, calabresi e pugliesi che, in cerca di lavoro, hanno abbandonato le proprie terre per andare al nord.”
“Siamo nel 2019, sarebbe ora di smetterla. Sdoganando queste espressioni – concludono – non si fa altro che dare forza a chi si riempie la bocca di offese ed epiteti razzisti. E, analizzando l’Italia di oggi, non ci sembra il caso”. Ancora una volta imprenditori del nord dimostrano che il razzismo anti-meridionale esiste ancora, anche se per prima chi governa fa finta di nulla.
Magari lo scopo non era quello di offendere, magari era solo un modo di sdrammatizzare un epiteto offensivo in modo scherzoso, ma certe parole hanno il loro peso e non andrebbero mai utilizzate. Spesso una parola sola può cambiare il modo di vedere interi popoli: terrone, o terun, segno la miseria del meridione.