Napoli – Oggi ha fatto scalpore la notizia del tentativo di suicidio da parte di un detenuto del carcere di Poggioreale. L’uomo ha prima ingerito ingenti dosi di detersivo e poi ha provato ad impiccarsi. L’intervento tempestivo delle guardie ha scongiurato la morte. Un episodio che, però, fa aprire gli occhi sulla situazione del carcere napoletano.
Pietro Ioia, ex detenuto e fondatore dell’associazione “ex detenuti di Poggioreale”, ha parlato, a Napoli Today, della situazione drammatica in cui versa la struttura detentiva. “Il problema di Poggioreale è il sovraffollamento. Attualmente, nel carcere sono rinchiuse 2.500 persone. Ma la struttura è omologata per 1.550. Ciò vuol dire che ci sono quasi mille detenuti oltre il consentito“
La conseguenza del sovraffollamento è che “Le celle sono invivibili, per ottenere una visita medica ci vogliono mesi, il cibo diventa colla perché la cucina è dimensionata per meno persone. Inoltre, – continua Ioia – anche per i parenti le difficoltà aumentano: sono costretti a lunghe file per poter incontrare i propri cari rinchiusi”.
Con i suoi 100 anni il carcere di Poggioreale è ormai una struttura vecchia che avrebbe bisogno di numerose migliorie o, addirittura, di essere smantellato e ricostruito. E’ una questione di civiltà, soprattutto nei confronti delle povere persone detenute al suo interno: anche il peggior criminale non merita di vivere in una condizione bestiale.