Prova della maturità di Latino, ma gli errori nel compito li fa il Ministero
Feb 28, 2019 - Domenico Ascione
Esame di maturità 2023
Anche per quest’anno, il Miur, il Ministero dell’Istruzione, ha consentito agli studenti del quinto anno di liceo di svolgere delle prove per prepararsi all’imminente esame di maturità. Negli ultimi giorni i maturandi hanno potuto cimentarsi in una simulazione della prova di latino. La traduzione della classica “versione” è una delle prove più temute vista la complessità della materia. Questa volta, però, è il Miur a meritare la bocciatura.
Prima del testo da tradurre è stata aggiunta una piccola introduzione in cui si parla dell’argomento della versione e del contesto storico e letterario in cui l’autore scrisse quel passaggio. Un aiuto particolarmente importante visto che fa capire già il senso di quello che si andrà a cercare compulsivamente sul vocabolario. Purtroppo, però, l’aiuto era sbagliato.
Nello specifico il Miur descrive la tragica morte dell’imperatore Tiberio, come descritta da Tacito. Per il Ministero, complice nell’avvelenamento mortale del sovrano, sarebbe stata la nobildonna Drusilla, nuora dell’imperatore. Accusa infondate ed impossibili. Livia Drusilla non era la nuora di Tiberio, ma la moglie di Augusto e, quindi, sua madre: non solo non avrebbe mai avvelenato il figlio, ma era già deceduta da anni al momento della tragedia.
La responsabile fu, invece, Livilla, realmente nuora dell’imperatore. Un errore di distrazione? Una confusione fra nomi molto simili, certo, ma in questo caso non è giustificabile. Prove del genere nascono per semplificare la vita agli studenti, per fornire linee guida, ma in questo caso i poveri maturandi sono stati ancora più confusi. Oltre al fatto che l’organo preposto a vigilare sull’istruzione di giovani menti non può permettersi il lusso di un errore di distrazione.