Anche quest’anno a Gaeta è stato organizzato (dal 15 al 17 febbraio) il più grande raduno del mondo borbonico/meridionalista, con il Movimento Neoborbonico, un Movimento culturale impegnato da oltre un quarto di secolo nella ricostruzione della storia del Sud.
A Gaeta ogni anno si condividono gli ultimi aggiornamenti di studi e ricerche su storia e attualità, si fraternizza, ci si inorgoglisce, ma soprattutto, si ricorda. Ebbene sì, si ricordano i primati di una terra un tempo ricca, si ricordano le grandezze di un’epoca, quella borbonica (ma non solo), in cui questa nazione (quella napolitana) era amata, rispettata e temuta in tutto il mondo.
Si ricorda soprattutto la fine di tutto questo senza la volontà, ovviamente, di tornare indietro nel tempo, ma di rivolgere uno sguardo al futuro con i valori che nel tempo sono andati perduti. Gaeta non è una città scelta a caso, ma un luogo dell’anima nei giorni che ricordano non solo la fine dell’assedio piemontese dopo 100 giorni, migliaia di bombe e di vittime, ma anche la fine di un regno antico di secoli.
Tre giorni intensi: dalla presentazione dei “libri dalle due Sicilie” scritti nell’ultimo anno alla seduta del “Parlamento delle Due Sicilie” (luogo di unione tra le tante associazioni culturali e non), dalle visite guidate per le bellezze storiche di Gaeta al pomeriggio-sera con il “grande convegno” tenutosi in una sala gremita dell’Hotel Serapo (sold out e centinaia di persone da tutta l’Italia), fino al concerto spettacolo notturno con la giovane attrice Laura Orabona e le tammorre brigantesche di MBL.
Tra i relatori gli esponenti di vari movimenti con i loro progetti, lo scrittore Pino Aprile (e il suo attualissimo “L’italia è finita”) e l’ospite d’onore (dopo Diego Fusaro lo scorso anno e Giuseppe Povia due anni fa), il prof. David Laven dell’Università di Nottingham, che ha raccontato la (vera) storia dei rapporti tra Due Sicilie e Inghilterra e le complicità e i silenzi colpevoli della storiografia di ieri e di oggi.
La domenica mattina il momento emotivamente più coinvolgente: dopo la Santa Messa della memoria per i caduti, i tanti presenti si sono riuniti per l’alzabandiera proprio presso la batteria dove si decretò la fine del Regno delle Due Sicilie con fiori dedicati a quei ragazzi che morirono per difendere la propria terra dall’invasore del tempo.
“Ci rivediamo a Gaeta” dicevano i soldati del 1861, “Ci rivediamo a Gaeta” ripetono oggi gli amanti della storia e della cultura delle Due Sicilie dandosi appuntamento al 2020 dal 14 al 16 febbraio.