A fare luce su diverse attività illegali nell’ambiente juventino è stato Report. Il programma in onda su Rai 2, partendo dal suicidio sospetto di un ultra bianconero, rivelò con tanto di prove e testimonianze, come la società era in stretto contatto con associazioni mafiose e quanto il rapporto tra società e boss fosse basato su uno stretto legame non solo personale ma anche “lavorativo”. Uno scambio di “favori”, per accontentare tutti e nascondere verità scomode.
E appunto per le questioni sconcertanti che sono emerse, la magistratura ha cominciato un iter giudiziario e investigativo che ha portato all’arresto di diverse “figure corrotte” e in ultimo, come riporta Repubblica.it, Andrea Puntorno, fermato ad Agrigento, per traffico illegale di droga, attività gestita per il nuovo boss mafioso palermitano.
L’uomo, celebre capo ultras juventino del gruppo “Bravi ragazzi”, era già stato arrestato per droga nel 2012 e nel 2014. Era stato condannato a sei anni di reclusione, oltre ad una multa di 500 mila euro. Inoltre era stato definito un soggetto “socialmente pericoloso” e affidato ad una sorveglianza speciale.
Puntorno, negli anni in cui è stato a Torino, gestiva non solo il traffico di droga ma pure l’attività di bagarinaggio. E come lo stesso ha rivelato in un servizio di Report, era la società stessa a procurare i biglietti da rivendere a prezzi maggioritari. Insomma l’uomo era riuscito a costruire un impero, grazie ad attività illegali incentivati dalla stessa società sportiva juventina.
Oggi il capoultras, che da Torino si era trasferito ad Agrigento, dovrà rispondere di tutte queste accuse davanti alla magistratura. Insieme allo juventino sono state fermate altre 30 persone coinvolte in attività illegali.