Ischia “plastic free”: al bando la plastica monouso principale fonte dell’inquinamento dei nostri mari
Mar 18, 2019 - Concetta Formisano
L’assemblea del Consorzio Intercomunale Servizi Ischia (CISI), ha deciso per la messa al bando dei prodotti monouso alimentari in plastica, considerati tra le principali fonti d’inquinamento del mare.
Con questo provvedimento, sottoscritto da tutti e sei i comuni dell’isola, Ischia diventa “plastic free”.
La bozza di ordinanza è stata presentata su iniziativa del presidente del CISI, Pierluca Ghirelli, ed è stata approvata all’unanimità e presentata lo scorso sabato durante il convegno “Fondamentali” dell’area marina protetta “Regno di Nettuno”. Anche il Ministero dell’Ambiente si attiverà per rendere il provvedimento più efficace possibile.
Il provvedimento prevede il divieto “in tutto il territorio isolano, comprese le spiagge e tutta la fascia costiera, dell’uso, della detenzione, della commercializzazione e dell’importazione di manufatti monouso ad uso alimentare in plastica (bicchieri, piatti, posate, nonché contenitori monouso utilizzati nella ristorazione e negli esercizi ricettivi, compresi i servizi di cosiddetto “take away”)”.
La sanzione prevista, in caso di inosservanza del provvedimento, è una multa fino a 500 euro. Sono però previsti 90 giorni di transizione subito dopo l’approvazione del provvedimento per assicurare lo smaltimento delle scorte dei prodotti vietati.
Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno, dichiara, come riportato da Repubblica: “Si tratta di un passo fondamentale nella giusta direzione, quella verso cui tendono l’Italia e il mondo.
“Chiediamo sin d’ora la collaborazione di cittadini, commercianti, associazioni di categoria e turisti per una piccola rivoluzione culturale che definirei obbligata, per il futuro del pianeta e per l’appeal dell’isola, che si fonda proprio sulla qualità del mare e sull’ambiente.
“L’auspicio è che ci siano uomini e mezzi affinché l’ordinanza, ancor più importante perché sintetizza la volontà condivisa dei sei comuni dell’isola, sia regolarmente osservata”.
Entusiasta, la presidentessa di Legambiente Campania, Mariateresa Imparata: “Si tratta di un’ordinanza importante, già sperimentata da altre isole e città costiere: un’azione necessaria, quella di anticipare la Plastic strategy dell’UE.
“Quella dei sei Comuni dell’isola di Ischia è un’ottima notizia per il mare. Nei giorni in cui un milione di studentesse e studenti sono scesi in piazza per chiedere attenzione su fenomeni importanti come i cambiamenti climatici questa ordinanza è un atto concreto per mettere in campo una politica di prevenzione sulla prevenzione dei rifiuti.
“A questo si aggiungano percorsi di educazione ambientale e al rispetto del mare in tutte le scuole dell’isola bandendo anche l’utilizzo della plastica. Importante anche implementare politiche di sensibilizzazione su raccolta differenziata.
“Differenziare bene i rifiuti, aumentare percentuale e qualità, monitorare la gestione in un’isola è un’altra azione fondamentale in difesa del mare”.
La battaglia di Ischia, però, non è iniziata solo ora. Già da tempo, sull’isola, c’è il divieto “a chiunque (privati domestici, stabilimenti industriali ed esercizi commerciali presenti sul territorio del Comune) dell’uso, della commercializzazione e dell’importazione di saponi, detersivi, detergenti e qualsiasi tipo di prodotto solido, liquido, in polvere, in pasticche, in crema e sotto qualsiasi forma destinati ad attività di lavaggio e pulizia, al bucato a mano o in lavatrice;
“di “preparazioni ausiliarie per lavare” destinate all’ammollo (prelavaggio), al risciacquo o al candeggio di indumenti, biancheria da casa, ecc.; di ‘ammorbidenti per tessuti’ destinati a modificare i tessuti al tatto in processi complementari al loro lavaggio;
“di prodotti destinati alla pulizia dei piatti a mano o in lavastoviglie, alla pulizia della casa e delle superfici, che non siano ecocompatibili e biodegradabili nella misura del 100 % ed in tutte le loro componenti e che contengano fosforo e fosfati in qualsiasi percentuale”.
Questo primo passo, però, sebbene ben accolto dagli ambientalisti, non diede gli effetti sperati: l’ordinanza non è mai stata accompagnata da reali controlli fitti nei supermercati.