Gli scavi a Pompei continuano senza sosta e ormai sono quasi 90 i Thermopolia che sono stati riportati alla luce e da ultimo quello ritrovato dagli scavi del cosiddetto cuneo della Regio V.
Come un moderno “take away”, il Thermopolium offriva un veloce pasto di mezzogiorno con bevande e cibi caldi agli antichi romani qualora, per affari o diletto, si trovavano lontani dalle loro case. La struttura dell’esercizio commerciale era abbastanza semplice e funzionale: c’era un grande bancone affacciato sulla strada ove venivano murate delle grandi giare (dolia) in cui si conservavano i cibi da servire. Soltanto in alcuni casi poi, era possibile trovare anche una sala adiacente dove era possibile consumare il pasto con più tranquillità.
Le decorazioni del “bancone” sono originali e ben conservate. L’immagine raffigura una scena di vita quotidiana della stessa taberna: sulla sinistra è possibile scorgere uno schiavo intento al servizio mentre, sulla destra, appare una Nereide (divinità del mare) con una cetra. Ciò che lascia senza parole è sicuramente la vivacità dei colori originari che, pur se riportati alla vista dopo quasi due millenni, risultano quasi intatti.
La vivacità dei colori supplisce alla scarsa eleganza del tratto pittorico, nemmeno lontanamente paragonabile a quella che raffigura la Leda col cigno venuto alla luce in un ambiente non lontano sempre nella stessa campagna di scavo. Ciò che emerge soprattutto alla luce dei nuovi ritrovamenti è che seppure si viveva in una quotidianità critica, si cercava di mantenere la vivacità degli impegni consueti: criticità provocata non solo il terremoto del 62 dopo Cristo, ma anche altri episodi sismici che hanno preceduto l’eruzione di ottobre.