Romina Del Gaudio aveva solo 19 anni quando venne strappata alla vita. La giovanissima ragazza napoletana venne uccisa in un modo atroce e violento nel 2004: il suo corpo venne ritrovato fatto a pezzi nel bosco di Carditello, a pochi chilometri dalla Reggia del comune di San Tammaro. Dalle indagini e dagli esami eseguiti sui resti del corpo, venne scoperto che Romina fu prima violentata e poi uccisa dal suo killer con due colpi di pistola alla testa e alla gola e una coltellata nella schiena. Il corpo venne ritrovato 40 giorni dopo la denuncia della sua scomparsa. L’ultima volta venne vista il 4 giugno 2004 ad Aversa, dove lavorava come promoter della Wind.
Dopo anni e anni di indagini, la Procura decise di archiviare il caso in quanto non venne mai trovato il colpevole di questo atroce delitto. Ma oggi è arrivata una svolta che riaccende le speranze di far luce su questa vicenda e concedere giustizia a Romina e alla sua famiglia. Infatti i nuovi elementi ritrovati potrebbero aprire nuove piste oppure potrebbero incastrare i soggetti che già risultavano indagati nelle precedenti inchieste, come riporta Repubblica.it.
In particolare, il legale della famiglia De Gaudio ha richiesto nuovi esami del Dna sui reperti raccolti sulla scena del crimine, tra cui uno approfondito sugli slip presenti nel luogo del ritrovamento che potrebbero essere di Romina e sui quali non è stato fatto nessun esame genetico, neanche per confermare se appartenessero davvero alla ragazza. A ciò si aggiunge la scoperta di un nuovo elemento: una lettera anonima risalente allo scorso giugno nella quale viene riportato il numero di targa della macchina sulla quale Romina sarebbe salita prima di morire e che apparterebbe ad un cittadino aversano.