Un nome per numerose identità. Tutti noi nel corso della nostra istruzione abbiamo incontrato “Bodo” famoso personaggio d’invenzione utilizzato da professori e maestri per spiegare la storia del Medioevo ai bambini in modo semplice ed accattivante, si tratta di un contadino medioevale che ha dato vita a numerose storie e racconti per l’infanzia.
Ma “Bodo” è anche il soprannome di uno dei principali capoclan di Ponticelli, Marco De Micco che, nonostante la sua giovane età, sembra aver guadagnato in poco tempo il favore e il rispetto dei suoi affiliati, al tal punto da indurli a tatuarsi quel “Bodo” sulla pelle, in segno di ammirazione e rispetto.
A documentare quest’assurda tendenza i carabinieri del posto che, in un’informativa depositata in Procura, hanno allegato foto e dossier di approfondimento. Dando uno sguardo alle foto allegate all’informativa si evince con chiarezza la tendenza tutt’altro che isolata, da parte degli affiliati, di tatuarsi il soprannome di Marco di Micco in varie parti del corpo. Ciro Cirelli sul suo avambraccio si è fatto tatuare tutto in maiuscolo il nome bodo corredato dalla didascalia «rispetto, fedeltà, onore». Antonio Nocerino ha preferito il fianco mentre Roberto Boccardi ha voluto pensare in grande incorniciando il nome tra due “belle” pistole fumanti.
Ma da cosa nasce la volontà di tatuarsi sulla pelle il nome “d’arte” del capoclan? Secondo i carabinieri che lavorano alle indagini, non si tratta di un semplice ornamento, bensì della prova della fedeltà e rispetto da parte di ogni affiliato al boss e all’organizzazione criminale che rappresenta. Ricordiamo che attualmente Marco De Micco è sottoposto al regime degli arresti domiciliari in Lombardia per tentata estorsione aggravata dalla matrice camorristica.