Napoli – Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è intervenuto questa mattina su Radio Raiuno, nel corso del programma “Radio anch’io”. Il primo cittadino ha esordito elencando i meriti ed i traguardi della nostra città: “Siamo un laboratorio di resilienza e di esempio. Oggi siamo la città d’Italia che cresce di più. Cresciamo dal punto di vista dell’economia, della cultura, del turismo, e delle startup giovanili.”
Non è mancata la critica al Governo ed, in particolare, al vice-premier Matteo Salvini: “Con i tagli lineari di tutti i governi. Si deve affrontare il tema di tutti gli enti locali. Salvini fa campagna elettorale e si accorge ora che esistono tutti i comuni ma con l’autonomia differenziata lui divide ancora di più l’Italia”.
La critica del sindaco si è concentrata prevalentemente sulla scelta di aiutare il Comune di Roma in pieno dissesto: “Quando uscì il discorso – dice De Magistris – del salva Roma io dissi: ‘Se ancora una volta si interviene su una sola città, Napoli entra in sciopero. In questi 8 anni abbiamo dimostrato senza lo Stato, con ostruzionismi forti, di riprenderci da soli. Ci vogliono cure diverse per ogni comune. I debiti non sono solo al sud, anche Torino e Milano sono indebitate. Se vogliamo unire il paese bisogna valorizzare tutte le autonomie e non fare figli e figliastri. E non stare in campagna elettorale a far vedere che stai con i sindaci”.
“Noi ci siamo salvati da soli, – continua il sindaco – con norme che sono valse per tutti. Non c’è mai stato un ‘Salva Napoli’ e ci siamo salvati perché la capacità di riscossione è aumentata, la lotta all’evasione è aumentata molto e stiamo valorizzando il patrimonio immobiliare. Se il governo finalmente si accorge che esistono anche al sud tante città che si stanno rialzando da sole e con le mani pulite e con onestà forse questo paese lo salviamo.”
“A differenza di Roma, – spiega – i debiti di Napoli sono debiti commissariali. Se non ripartono tutti i comuni dal nord al sud, il Pil del paese non cresce. Non possiamo salvare solo qualche città – conclude De Magistris – perché magari conviene politicamente in un certo momento storico”.