Sono passati ben 74 anni dal 25 aprile 1945 e Andrea Camilleri, noto al grande pubblico soprattutto per la saga letteraria del commissario Montalbano, ha ricordato quel giorno in una intervista di Giuseppe Rolli per Servizio Pubblico.
“Io ho conosciuto il fascismo fino a 18 anni e oggi sono preoccupato” – spiega Camilleri – “perché sento spesso in televisione eminenti giornalisti o pseudostorici che dicono: ‘state abusando della parola fascismo perché oggi non c’è una dittatura’. Ma il fascismo, che in Italia si è manifestato sotto forma di una dittatura, è un virus mutante. Può anche non essere una dittatura, ma essere una mentalità. Non posso trattenermi dal dire che con il governo di oggi abbiamo un esempio lampante di mentalità fascista, quella del ministro Matteo Salvini. Quella è mentalità fascista, una delle forme di fascismo che può anche essere eletta democraticamente. Oggi Molti italiani rimpiangono il fascismo e si sono dimenticati in virtù della loro scarsa memoria che già prima del 1938 c’erano stati il bavaglio alla stampa, la censura sui libri da leggere, l’impossibilità di esprimere un parare personale, l’identificazione totale col capo, l’assassinio Matteotti, la morte di Gramsci, gli esili a Ventotene, gli arresti. L’italiano, e lo dico per i miei fratelli, ha memoria solo per due cose: Sanremo e la formazione di calcio della Juventus del 1930. Per il resto ha una labilità di memoria che fa spavento”.
Poi attacca le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha definito il 25 aprile “un derby fra fascisti e comunisti”:
“La nostra Costituzione è ispirata a ciò che venne a significare il 25 aprile: non fu una ‘rissa’ tra comunisti e fascisti come dice Salvini. C’erano le brigate Garibaldi comuniste, ma anche i partigiani monarchici e quelli democristiani. Dio mio, lì c’era l’Italia e tu la riduci a una rissa? Io a 93 anni mi sento fremere di rabbia perché dicendo una frase così questo ignorante di Salvini offende i caduti di tutte e due le parti, perché i fascisti che andavano a morire giovani credevano in un ideale sbagliato, orrendo, ma ci credevano, così come i comunisti, i monarchici e i democristiani. Salvini non sa neanche il senso della parola ideale”.