NAPOLI – Salgono a 29 le aggressioni al personale medico del 2019. Le ultime due nella giornata di ieri, giovedì 25 aprile.
La prima è avvenuta intorno le 08.00, nella zona orientale della città. Stando alle ricostruzioni dell’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, la postazione del 118 del Loreto Mare è allertata per una persona con crisi allergica nella zona Ponticelli-Barra. Giunti in loco, il paziente viene fatto stendere sulla barella dell’ambulanza per favorirne le terapie mediche. Nel corso di queste, un parente sale nel veicolo pretendendo di restare accanto al malato. Al rifiuto da parte del medico parte un’aggressione con pugni ed insulti, che costringe l’aggredito a rifugiarsi nel vano guida per evitare ulteriori percosse. Giunti in ospedale, il medico è stato soccorso per trauma contusivo alla spalla, che lo costringerà a un riposo di 10 giorni.
In seguito all’accaduto, l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, attraverso la propria pagina Facebook, ha postato il seguente messaggio per ricordare le condizioni di accompagnamento dei pazienti in ambulanza: «Sia ben chiaro a tutti e divulgate il più possibile questo post: sull’ambulanza non salgono accompagnatori a meno che non si tratti di minori o persone incapaci di intendere e di volere! La legge parla chiaro: Il Decreto Ministeriale 553 del 1997 articolo 1 commi 1 e 2, sancisce la classificazione delle ambulanze come veicoli destinati al soccorso e al trasporto di infermi e non al trasporto degli accompagnatori. La responsabilità del mezzo di soccorso e dei trasportati è a carico dell’autista-soccorritore!».
La seconda aggressione è avvenuta nel tardo pomeriggio. La postazione 118 Ascalesi, dopo due parti avvenuti a bordo, è stata allertata alle 17.30 per una persona con perdita di coscienza a via Melloni, nei pressi di piazza Carlo III. Arrivati in loco, il paziente è stato trovato in arresto cardiaco. I parenti hanno accusato l’ambulanza di ritardo, nonostante fosse giunta in loco 8 minuti dopo essere stata allertata, procedendo con le procedure di rianimazione cardiopolmonare. l personale dell’ambulanza ha subito spinte e minacce di morte.