Emanuele Filiberto torna in città, Neoborbonici: “Lasci perdere Napoli e la politica”
Mag 06, 2019 - Martina Napolano
Di recente, Emanuele Filiberto di Savoia ha fatto visita a Napoli e ha rilasciato un’intervista a Il Mattino in cui dichiarava che era venuto nella città partenopea per fare visita alla Nunziantella dove voleva iscrivere le sue figlie a scuola. In risposta alla sua visita e alla sua intervista è arrivata una lettera da parte del movimento neoborbonico, nella persona del professor Gennaro De Crescenzo sullo stesso quotidiano. Ecco cosa c’è scritto: “Caro Emanuele Filiberto, nonostante il momento che qui a Napoli dovrebbe essere dedicato solo al silenzio e alla preghiera, la sua intervista in prima pagina sul Mattino e le sue risposte mi costringono a scriverle alcune cose. Se lei ancora gira in Italia e all’estero e la intervistano o se anche qualche nobile locale la segue è solo perché lei porta quel cognome e rappresenta un passato ma quel passato (oneri e onori) per noi Napoletani e per noi meridionali significa invasione, saccheggi e massacri“.
“Lasci perdere Posillipo e la Nunziatella e anche gli allievi storici: quel Pisacane che si ribellò ai Borboni (Borbone, per cortesia) per le leggi del tempo era un criminale che, respinto dallo stesso popolo che avrebbe voluto liberare, voleva la testa di un legittimo Re (e lei che si dice monarchico dovrebbe saperlo). Se alla sua famiglia hanno tolto Villa Rosebery, la sua famiglia tolse ai Borbone ville, regge, soldi personali e un regno e ai suoi popoli la vita (centinaia di migliaia tra i cosiddetti briganti), banche, fabbriche e speranze. Non si commuova guardando quei giovani del Sud che partono: hanno iniziato a farlo proprio da quando la sua dinastia è arrivata al Sud senza smettere mai per 150 anni. È vero che “è inaccettabile una sparatoria in centro e non è che altrove siano messi meglio” ma camorre&mafie diventarono organiche allo Stato proprio nel 1860 e da allora non ce ne siamo più liberati. Apprezziamo il suo affetto per Napoli ma lasci perdere la politica o i partiti monarchici: non si faccia ingannare da qualcuno (pochi, per la verità) che le chiede un selfie (lei è pur sempre un personaggio televisivo) e da notizie ormai superate: se da queste parti oltre 70 anni fa votarono per la monarchia fu perché i meridionali erano monarchici da otto secoli e perché nessuno sapeva ancora quello che la sua dinastia aveva fatto a Napoli e al Sud e ora, invece, siamo in tanti a saperlo e a suggerirle rispettosamente, magari, di continuare a dedicarsi alle sue attività di promozione dei prodotti italiani in giro per il mondo“.