Ciò che era stato annunciato nel settembre scorso dal Museo e Real Bosco di Capodimonte si è finalmente tramutato in realtà. La storica Fontana del Belvedere è tornata al suo antico splendore, grazie a un restauro di 150.000 euro finanziato dall’azienda Ferrarelle SpA, che ha permesso di eliminare le incrostazioni di muschi, alghe e residui di diverso genere, e ha fatto sì che ripartissero i giochi d’acqua che hanno incantato generazioni intere di napoletani.
La fontana, che deve al suo nome al luogo in cui è posta, che offre un ampio scorcio panoramico di Napoli, ha una storia lunga e complessa. Come riporta il sito ufficiale del Museo e Real Bosco di Capodimonte, il suo autore resta ignoto, ma gli storici dell’arte sono riusciti a darle una collocazione storica (tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo). Originariamente posta dall’altra parte del bosco la fontana fu poi trasferita sul lato orientale della reggia nel 1885, sotto il regno di Umberto I di Savoia. Per l’occasione fu sottoposta a un restauro e messa al centro di un’ampia vasca larga venti metri.
Si trattava indubbiamente della collocazione più adeguata per un monumento del genere. Al centro della vasca uno scoglio ospita le quattro figure marmoree della fontana, circondate da festoni di frutta e fiori: due tritoni, accanto a due divinità fluviali, sorreggono una conchiglia, dalla quale fuoriescono zampilli d’acqua. Per molti anni, queste splendide figure erano state rese pressoché invisibili dalle incrostazioni di alghe, muschi e piante superiori infestanti, oltre che dalle concrezioni calcaree, dai residui biologici e dallo sporco da deposito. Sono seguite le operazioni per la coesione e il fissaggio delle pietre e l’impermeabilizzazione della vasca. Il tutto è stato accompagnato da un’opera più ampia di restauro dei viali del Belvedere, che ha contribuito ad esaltare la magnificenza dell’antica Reggia.
“Oggi è davvero una giornata storica, una festa per il restauro di un monumento che il quartiere attendeva da anni” ha commentato il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger. “Non avrei potuto immaginare uno sponsor migliore, così legato all’acqua, alla bellezza che questa può creare e alla missione ambientale del Bosco di Capodimonte, il più grande polmone verde della città. Grazie a Ferrarelle la Fontana ha ritrovato il suo splendore e la piena funzionalità dei suoi giochi d’acqua“. E le opere di valorizzazione del Museo e Real Bosco di Capodimonte non si fermano qui. “Il restauro ci ha permesso di avviare, insieme a due giovani studiosi, una campagna di studi e ricerche su tutte le fontane di Capodimonte che porterà maggiore conoscenza e, spero, consapevolezza del grande valore storico di questo luogo unico”.