Napoli – I minori rappresentano la categoria sociale più vulnerabile. Qualunque problematica, qualunque crisi o degrado ricadono inesorabilmente su di loro. Impossibilitati al riscatto, incapaci di difendersi dalle avversità, dipendenti in toto dalla famiglia e dai genitori, sono sempre i più piccoli a pagare le spese più alte: dispersione scolastica, malasanità, difficoltà nel formarsi come persone, fino ad arrivare ai casi più gravi di maltrattamenti.
La Campania, purtroppo, si conferma anche nel 2019 maglia nera in Italia per maltrattamento infantile. A rilevarlo è la II edizione dell’Indice regionale di Cesvi che evidenzia una ”strettissima correlazione” tra il maltrattamento ai danni di minori e la povertà economica, relazionale ed educativa.
Una situazione che accomuna le regioni del Mezzogiorno e in cui il capoluogo campano e la sua area metropolitana, seguiti da Catania e Palermo, sono le aree che presentano ”una maggiore vulnerabilità a livello sociale e materiale e sono più predisposte agli effetti della crisi economica e in cui convivono strati sociali potenzialmente più deboli”.
L’Indice è il risultato dell’aggregazione di 64 indicatori relativi ai fattori di rischio e ai servizi offerti sul territorio: non misura quanti bambini siano effettivamente maltrattati nei territori interessati, ma solo quali siano le condizioni ambientali nelle quali vivono e se queste favoriscano più o meno il fenomeno del maltrattamento.
L’Indice non comprende fra le voci quella relativa alla criminalità organizzata. Oltre ai 37 minori vittime innocenti di camorra, bisogna considerare anche i tanti giovanissimi che in situazioni economiche e sociali drammatiche si danno al crimine, cercando in questa vita un’opportunità mortale di riscatto.