La scorsa settimana, l’équipe dei cardiochirurghi dell’azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, erano intenti ad eseguire un normalissimo intervento ad una donna di settant’anni. Mentre i medici operavano, hanno trovato una protesi cardiaca impiantata da Christiaan Barnard, l’autore del primo trapianto di cuore della storia.
L’equipe di Severino Iesu sono stati colpiti dall’evento: hanno osservato uno dei pezzi più importanti della medicina mondiale. La signora, operata la scorsa settimana, all’età di 5 anni scoprì di avere un grave problema alla valvola mitrale. All’epoca, in Italia non si conosceva il metodo per salvare la bambina. Infatti, dopo molte indagini, durante circa cinque anni, i genitori decisero di mandare la bambina e suo fratello a Città del Capo, in Sudafrica. Con sè, la piccola ammalata aveva solo il fascicolo medico e a 10 anni è stata sottoposta ad un intervento al cuore. Cinquant’anni fa, questo tipo di operazione aveva un alto grado di mortalità. Christiaan Barnard, che ha anche ricevuto molte onorificenze per il suo contributo per lo sviluppo di tecniche chirurgiche cardiache, ne era a conoscenza, ma intervenne.
Dopo aver trascorso quattro mesi nel centro Groote-Schuur della cittadina sudafricana, è stata seguita da Barnard, che solo due anni prima aveva effettuato il primo trapianto di cuore al mondo, proprio al Groote-Schuur. I medici salernitani, una settimana fa, hanno notato l’integrità e la durata della valvola, anche dopo 50 anni.