È da un po’ che oramai si è posta l’attenzione su un grosso problema a lungo ignorato, quello che riguarda l’inquinamento.
Si è parlato di mari-discariche, consumo eccessivo di materiali plastici, della ragazzina svedese con spirito rivoluzionario e più coscienza critica di molti uomini “potenti”, di politiche ambientaliste e, a tal proposito, bisogna tristemente porre l’attenzione su una questione: quella che vede i partiti Verdi europei avanzare in quasi tutto il continente, tranne che in Italia, nelle appena trascorse elezioni europee di domenica 26 maggio, facendo parlare di una vera e propria “onda verde”.
Insomma, appare chiaro, che qualche passo in più verso una consapevolezza delle proprie colpe si sta compiendo, ma il cammino da compiere è ancora lungo e tortuoso. Basta gettare uno sguardo non troppo lontano, all’area marina in prossimità della foce del fiume Sarno in Campania ed essere sovrastati da un’ondata di bottiglie, flaconi, bicchieri, buste, confezioni per alimenti e tanti altri contenitori e imballaggi in plastica usa e getta.
“Uno scenario scioccante con enormi quantità di rifiuti che invadono spiaggia e fondali, figlio inevitabile del modello di consumo basato sull’impiego di grandi quantità di plastica usa e getta. Come se non bastasse dobbiamo ricordare che quella documentata è solo la parte visibile del problema, i fiumi possono portare in mare anche grandi quantità di microplastiche non individuabili a prima vista”, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Greenpeace sta effettuando, in collaborazione con The Blue Dream Project, i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e CNR-IAS, il giro del Tirreno Centrale a bordo della Mahayana per monitorare l’impatto dell’inquinamento da plastica nei nostri mari. Dalle indagini svolte nei giorni scorsi emerge che la situazione alla foce del fiume Sarno è davvero allarmante.
Il Tour MayDaySOSPlastica si concluderà l’8 giugno, Giornata mondiale degli Oceani, all’Argentario.