Napoli torna all’antico: posto il basolato vesuviano nella centralissima via Duomo
Mag 29, 2019 - Nello Pignalosa
Nella centralissima via Duomo, si torna all’antico. Questa mattina sono iniziati i lavori, ponendo il basolato vesuviano. Napoli torna, così, agli antichi splendori: il basolato, infatti, restituisce alla strada la sua antica immagine.
Il basolato vesuviano ha avuto un’importanza fondamentale per la crescita e per lo sviluppo della città. Già nel 1634 Giulio Cesare Capaccio, scriveva: “C’ ha pensiero di lastricare le strade che da sempre sono state nobilitate coi mattoni; ma poi vedendosi evidente il danno che apportavano con la spesa grande dei mattoni, e che si guastavano facilmente per il continuo strisciamento di rote di carrozze, e di carri, introdusse Enrique de Guzmàn conte de Olivares (vicerè di Napoli dal 1595 al 1599), pietre selci larghe”.
A quell’epoca Napoli era la città più popolosa d’Europa, superando addirittura Londra e Parigi (divenute poi importantissime capitali europee). La città contava ben 540 mila abitanti nel 1595.
Non essendo facilmente edificabile, essendo posta tra il mare e la collina, la città si sviluppò in verticale più che in orizzontale.
Così iniziarono ad essere costruiti palazzi a quattro, cinque e addirittura sei piani –cosa impensabile per quel periodo storico-. Per questo motivo le strade iniziarono ad essere lastricate con pietra lavica dura, frutto delle continue eruzioni del Vesuvio: questo era il basolato vesuviano – o più semplicemente i basoli (“vasoli” in dialetto).
Nel Seicento chi arrivava a Napoli rimaneva letteralmente incantato sia dalle strade che dagli imponenti edifici. Addirittura lo scrittore e filosofo tedesco Karl Philipp Moritz, durante il resconto del suo viaggio, nel quale aveva toccato la città partenopea, scrisse: “In nessun altro luogo si trova il lastricato più bello di quello che si può ammirare a Napoli. Proprio la spaventosa colata di lava che minacciò di distruggere la città, ora abbellisce la sua pavimentazione e livella le sue strade.”
Anche Gioacchino Murat, infine, si avvalse del basolato per costruire tantissime strade, poichè si rese conto che il basolato abbelliva le strade. Da Via Foria a Capodichino, dal grande polmone verde che parte dall’Orto Botanico e arriva fino a Santa Teresa, nella strada che conduce a Capodimonte, la strada e costruita con i basoli vesuviani.
Camminando sul basolato si cammina nella storia, infinita e meravigliosa, di Napoli. Che torna al suo splendore.