Domenica 1 Giugno si è tenuto a Milano, in Piazza del Duomo, il concerto di Radio Italia cui hanno partecipato vari cantanti italiani, tra i quali Rocco Hunt, che intervistato prima di salire ha rimarcato come per lui sia un orgoglio il fatto che, nella sua voce, si senta l’accento campano.
Sotto la foto pubblicata da Radio Italiana sulla sua pagina Facebook, dove si vede Rocco Hunt e sullo sfondo il Duomo, si possono leggere vari apprezzamenti verso il giovane, ma anche molti commenti che non la musica non hanno nulla a che vedere. Tra gli altri c’è chi afferma che il ragazzo non può essere un rapper perché non ne ha il fisico, chi dice che è cretino e deve andare a zappare e chi, addirittura, sostiene che sul palco non ci doveva essere perché si tratta del concerto di Radio Italia e quella non è musica italiana, essendo cantata in Napoletano. Peccato però che, quando si tratta della musica napoletana classica, quella cantata in tutto il mondo, l’Italia si sveni dicendo che quella è musica italiana, in quando proveniente da una regione, appunto, italiana. È la stessa cosa successa con la pizza, cui hanno attribuito un’italianità che non ha, e che accade ogni volta che la Campania produce qualcosa di positivo: diventa italiana (si pensi pure a Paolo Sorrentino e Toni Servillo, i quali, non appena “La Grande Bellezza” ha ricevuto la nomination all’Oscar, da Napoletani sono divenuti Italiani). Quando invece si parla di rifiuti, camorra o di una canzone che non piace, nun ce sta niente ‘a fa’: sono cose napoletane.