La Squadra Mobile di Napoli ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Mario Riccio e Francesco Paolo Russo, ritenuti responsabili dell’omicidio di Mirko Romano, avvenuto a Melito il 3 dicembre 2012.
Mirko proveniva da una da una famiglia di impiegati dell’Arenella e aveva abbandonato gli studi universitari per dedicarsi alla malavita. Il 27 enne venne ucciso da un corpo di proiettile, anche se all’inizio sembrò un incidente stradale. Solo l’autopsia rivelò le causa della morte. Quando venne ritrovato il suo cadevere, il ragazzo aveva con se un rolex e più di 3 mila euro in tasca con un documento di un ragazzo 23enne. Mirko aveva già alle spalle accuse di concorso in omicidio in 8 casi e venne ritenuto responsabile, in concorso, di una rapina alla sede del Monte dei Paschi di Siena di Pomigliano d’Arco. Era soprannominato l'”Italiano”, perchè parla bene, si esprimeva sempre bene e anche se capiva il dialetto, non lo parlava mai.
Da quanto emerso dalle indagini, grazie a testimonienze di collaboratori di giustizia, testimoni e intercettazioni, Mirko sarebbe stato ucciso proprio dai “capi” del clan a cui era affiliato “Amato-Pagano”. Infatti il carattere forte, e la sua personalità capace di imporsi lo rendeva un personaggio scomodo. Anche perchè non di rado si ribellava alla volontà e agli ordini dei due capi, Mariano Riccio e Carmine Cerrato. Gli stessi che poi avrebbero commissionato l’omicidio per togliere di mezzo questo personaggio così scomodo.