Jabil annuncia il licenziamento di 350 operai: dimezzato il personale di Marcianise


Jabil è in crisi e 350 operai dello stabilimento di Marcianise saranno licenziati. Dopo Whirlpool, un’altra multinazionale americana dichiara di essere in difficoltà economiche ed ha annunciato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. Tutto dovrebbe concretizzarsi entro il mese di settembre.

Jabil Circuit Italia opera nel settore della produzione di componenti elettronici. L’azienda fa sapere che la sua permanenza nella cittadina in provincia di Caserta non è in discussione, dunque non si parla di delocalizzazione, chiusura né di altro, ma soltanto di un provvedimento che i vertici hanno definito in una nota “essenziale per assicurare l’operatività futura del sito di Marcianise in un ambiente di mercato altamente concorrenziale”.

I sindacati hanno annunciato lo sciopero di 24 ore che è cominciato questa mattina alle 8. Giovedì 27 giugno si terrà un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico.

Nella stessa nota si legge che “questa scelta non è in alcun modo una valutazione negativa del duro lavoro e dell’impegno di questa grande squadra, bensì un passaggio essenziale per mettere in sicurezza l’esistenza futura dello stabilimento”. Jabil ha fatto sapere, infatti, che il volume della produzione sarebbe in calo drastico e le risorse sottoutilizzate. Da qui gli esuberi che ha deciso di tagliare.

“Jabil ha intrapreso un programma di outplacement volontario per offrire ai propri dipendenti opportunità di reimpiego in altre aziende che si sono dimostrate disponibili ad assumerli. Lo scopo di questa iniziativa era quello di minimizzare l’impatto sociale della ristrutturazione. Nonostante questi sforzi e a seguito di una lunga ed estesa disamina della capacità produttiva attuale e prospettica, si è resa necessaria un’ulteriore riduzione della forza lavoro presso il sito Jabil di Marcianise entro settembre di quest’anno”.

Il numero di lavoratori attualmente impiegati nello stabilimento Jabil di Marcianise ammonta a 700 operai. Licenziarne 350 significa perciò dimezzare il personale, un taglio non indifferente. Vedremo se politica riuscirà a dare una risposta adeguata: ennesima grana per Luigi Di Maio, chiamato a risolvere la situazione.


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