Ha solo 18 anni Mattia Barbarossa, il fondatore e Ceo di un’azienda aerospaziale. Mattia tiene conferenze in giro per l’Italia e per il mondo sulla space economy.
Mattia è un ragazzo napoletano, che in questi giorni sta sostenendo l’esame di maturità al Liceo scientifico Pasquale Villari di Napoli,. Nutre un amore sconfinato per lo spazio e afferma di osservarlo e studiarlo da quando aveva solo sei anni, da quando lo spazio lo poteva osservare e studiare da un binocolo o da un cannocchiale regalatogli dal padre.
Oggi invece a 18 anni sta progettando un satellite che ha già vinto un concorso internazionale dell’Agenzia Spaziale Europea. Il premio consiste in un anno con un ufficio personale all’Università dell’Alabama ad Huntsville, dove fu progettato il primo razzo che portò gli Stati Uniti sulla Luna.
Martedì alle 21 al Palazzo della Cultura di Roma, fra economisti e astrofisici, parteciperà alla tavola rotonda “Space, The Visionary Economy” del Festival internazionale di cultura ebraica.
Un ragazzino prodigio, un genio che già a 13 anni ha sostenuto il suo primo discorso all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte sulle missioni di esplorazione dei corpi minori.
“Da bambino, passavo giornate a osservare il cratere del Vesuvio, fulmini, treni, aerei. A 15 anni, con due amici, ho partecipato a una competizione, la Lab2Moon, e l’ abbiamo vinta con un esperimento per misurare le capacità radio schermanti delle biomasse sulla Luna”.
“A ottobre, con una studentessa di Fisica di Torino, Linda Raimondo, ho vinto un altro concorso dell’Esa per startup. Partirò dopo l’ estate, ma nel frattempo sono riuscito a ottenere dei finanziamenti da un’ incubatrice di startup, la Management Innovation, e ho già fondato la Sidereus Space Dynamics” afferma Mattia in un’intervista rilasciata al Corriere.it.
“Vorrei costruire un microsatellite, un CubeSat, che può andare nell’orbita stazionaria della Luna, quella del futuro delle telecomunicazioni e dell’ Internet Of Things. In pratica, lavoro a un sistema di trasporto verso lo Spazio profondo. La Space Economy è nata nella bassa orbita terrestre, ma la nuova frontiera è lo spazio profondo, cioè la Luna, gli asteroidi, Marte, per ora non raggiunti dall’economia, ma che presto lo saranno. È qualcosa che mi entusiasma e mi sono detto: devo esserci da subito. Sono, in effetti, il più giovane fondatore al mondo del settore e fra dieci anni voglio essere fra i maggiori attori di questa rivoluzione”.
L’azienda aerospaziale, spiega Mattia è nata “dietro la veranda del caffè letterario IntraMoenia, in piazza Bellini, a Napoli con Roberto Esposito, che studia Ingegneria aerospaziale, e Domenico Giaquinto, che è già laureato. Ci vediamo lì, cacciamo cose strane dallo zaino, assembliamo pezzi col saldatore. Non abbiamo grosse necessità, ci basta stampare qualcosa in 3D che possa fare un volo interplanetario” .
“Il satellite dovrebbe aggirarsi sui 50 mila euro, il prototipo sta costando cinquemila. L’obiettivo è lanciarlo verso la Luna nel 2021″.
Poi Mattia durante l’intervista spiega anche che tipo di rapporto ha con i suoi coetanei:
“Le conversazioni futili mi annoiano, però cerco di non isolarmi: l’ errore di chi fa scienza e tecnologia è perdere il contatto con la realtà. In generale, la mia generazione, dovrebbe rendersi conto delle opportunità che abbiamo. Io devo tutto a Internet, che è una risorsa a disposizione di chiunque, se hai la forza di volontà di cercare cose nuove da fare e la curiosità di farle”.
Infine dichiara che il suo sogno più grande è quello di “Costruire una minuscola sonda capace di un volo interstellare fino a Proxima Centauri, la stella a noi più vicina. Sogno qualcosa di molto piccolo che segni un passo grande nella storia dello Spazio”.