Alfonso De Nicola ha lasciato il Napoli. Una notizia che ha spiazzato, in quanto il medico azzurro ha accompagnato il Napoli per circa 15 anni, spesso compiendo dei veri e propri miracoli su alcuni giocatori, aiutandoli con metodi efficaci a recuperare la propria forma fisica in tempi brevissimi, come nel caso di Milik.
Eppure dalla prossima stagione De Nicola non sarà più con il Napoli. Qualcuno, i più criticoni e malpensanti hanno subito scoccato frecce avvelenate verso la società, caricandole di tutte le colpe. Invece il dottore, in un’intervista rilasciata a Il Mattino ha provato a spiegare quella che è stata la realtà dei fatti.
Innanzittuto ha da subito chiarito che “l’infortunio di Ospina” non è stata la causa scatenate di questo addio. Il portiere rimediò un brutto colpo alla testa con tanto di sversamento di sangue durante uno scontro di gioco in Napoli-Udinese del 17 marzo. Il portiere un pò stordito provò a restare in campo per circa 40 minuti, fino a svenire quasi al termine del primo tempo. Così il medico ha ricostruito quello che è stato l’effettivo retroscena di tutta la vicenda: “Fu giusto lasciarlo in campo, aveva solo subito una piccola ferita. Sarebbe stato facile farlo sostituire, ma ho visto la cosa con coraggio e non ho sbagliato perché non era altro che un taglietto. Le critiche sono arrivate da chi non vedeva l’ora di darmi addosso, forse ero diventato ingombrante”.
Anche sul rapporto “conflittuale” con Ancelotti e De Laurentiis, ipotesi che sono state fatte da tanti, De Nicola ha prontamente smentito così: “Ancelotti? E’ venuto da me per tanti consigli per la famiglia. E’ sempre stato affettuoso e fraterno con me. ADL? Mi considera di famiglia, per me è come un padre. E’ convinto per me che sia meglio uscire adesso”.
Inoltre anche De Nicola aveva già cominciato a pensare di lasciare il Napoli, già tempo addietro ma fu una persona a convincerlo a continuare: “Già l’ultimo anno di Sarri dovevo andare , fu la telefonata di Maurizio a farmi restare. Mi disse di restare per provare a vincere insieme lo scudetto”.
Ha concluso: “Era giusto concentrarmi al 100% in questa struttura, pensare al futuro anche dei miei figli. Mi piace la ricerca, la formazione e la prevenzione. Ho sacrificato il mio vecchio centro di Cerreto per il Napoli, ora è giusto pensare alle mie attività”.