La nuova classifica Cenis boccia Napoli. Anche quest’anno sono disponibili i dati delle classifiche delle università italiane sviluppate ed elaborate dal Censis: appuntamento annuale che fa da supporto all’orientamento di migliaia di studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria. Si tratta di ben 63 classifiche diverse che possono servire da guida per l’orientamento dei giovani e le loro famiglie per meglio individuare il percorso di formazione più idoneo.
Si tratta di un’articolata attività di analisi del sistema universitario italiano attraverso la valutazione degli atenei (statali e non statali) volta a interpretare le trasformazioni della realtà italiana, facendo riferimento tanto a ciò che viene richiesto dalle nuove generazioni di studenti, tanto a quanto loro viene offerto dagli atenei. La classifica viene strutturata in base a dei parametri di riferimento che fanno riferimento ai servizi erogati, alle borse di studio e ad altri interventi in favore degli studenti, alle tipologie di strutture disponibili, al livello di internazionalizzazione dell’ateneo nonché ai servizi digitali e di comunicazione offerti.
Quest’anno sono stati introdotti nuovi paramenti di valutazione, proprio per meglio rispondere alle esigenze di una generazione sempre più all’avanguardia, come il grado di occupabilità dei laureati in quella determinata università o il grado di soddisfazione per i servizi (aule, biblioteche, postazioni informatiche) di chi ha già frequentato l’ateneo.
La classifica, oltre a dividere le università tra statali e non, le raggruppa in categorie omogenee per dimensione, prendendo in considerazione il numero di iscritti annui e la qualità dei servizi offerti. A questa classifica si aggiunge il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali, dei corsi a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali secondo la progressione di carriera degli studenti e i rapporti internazionali.
L’istruzione universitaria, sempre più scelta dai giovani 19enni italiani non risulta però omogenea sull’intero territorio nazionale. I dati registrano un aumento di immatricolazioni negli atenei del Nord e una netta diminuzione in quelli del Centro e del Sud: dati che sembrano proprio espressione del fenomeno della mobilità extra-regionale tipica delle regioni centro meridionali.
Tra i mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti) mantiene la prima posizione in graduatoria l’Università di Bologna, seguita dall’Università di Padova e da quella di Firenze. Quarto e quinto posto sono occupati rispettivamente dalla La Sapienza di Roma e dall’Università di Torino mentre retrocede al sesto quella di Pisa. Ultima tra i mega atenei statali è l’Università di Napoli Federico II: la classifica Cenis boccia Napoli.
Invece, nella classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti) trova al sesto posto l’Università di Salerno, che guadagna ben otto posizioni grazie agli incrementi dati dai punteggi dovuti alla messa a disposizione di borse di studio, strutture e servizi digitali.
Ma chiudono il ranking, rispettivamente all’ultimo, penultimo e terzultimo posto, l’Università di Napoli L’Orientale, l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro e l’Università di Napoli Parthenope confermando la bocciatura degli istituti campani in scala nazionale.
Questi sono i principali risultati dell’edizione 2019/2020 della Classifica Censis delle Università italiane che possono essere analizzar più nel dettaglio sul sito del Censis.