“La piccola Jolanda fu uccisa e soffocata dal padre, G. P. con un cuscino per placare il suo ennesimo pianto notturno”.
Questo è quanto scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Salerno, nelle motivazioni che hanno portato alla conferma della custodia in carcere per il 37enne di Pagani, indagato insieme alla moglie, I. M. per maltrattamenti e omicidio aggravato in concorso per la morte della figlia.
Il padre è un ex-tossicodipendente e da quanto i vicini hanno raccontato alla polizia, in quella casa si sentivano spesso urla e liti tra i due coniugi e spesso i bambini piangevano dallo spavento e dalle violenze subite.
Secondo quanto dichiarato dai giudici del tribunale della libertà l’uomo avrebbe ucciso la figlia nella notte tra il 21 e il 22 giugno scorso, per poi “mentire spudoratamente” su tutto.
“La prova inconfutabile la si ottiene osservando il corpo martoriato della piccola Jolanda, che ha subito lesioni e sevizie inaudite per diversi giorni. E con la tacita connivenza della madre, che non si è mai preoccupata di chiamare aiuto, di chiedere l’intervento di familiari per porre fine a tali angherie”.
Dopo un probabile ennesimo pianto della bambina, il padre per farle smettere di piangere le mise un cuscino sul viso, provocandone la morte per soffocamento. Lo stesso cuscino di cui la madre voleva disfarsi, secondo quanto emerse dal dialogo tra i coniugi intercettato il giorno dopo la tragica morte di Jolanda, in commissariato.
Il cuscino era sporco “di sostanze varie presenti sul viso della bambina e riversate dalla bocca o dal naso. Questo è indicativo del fatto che il cuscino sia stato premuto sul viso della piccola”.
All’inizio il padre voleva curarla, poi tentò di soccorrerla fino addirittura a giustificarsi quando fu trovato in stazione a Salerno dove “in realtà voleva fuggire, ben consapevole che una volta che i medici avessero visto il corpo martorizzato della figlia, lo avrebbero arrestato”.