“Lo devo uccidere con tutti i suoi figli”: le minacce ai titolari di Pizza e Pummarola
Lug 29, 2019 - Martina Napolano
La bomba carta fatta esplodere lo scorso 16 gennaio non era diretta alla Pizzeria Gino Sorbillo, ma contro una famiglia che abita nello stesso stabile, proprietaria della Pizzeria Pizza e Pummarola. La conferma arriva da due episodi precedenti che confermano il clima di intimidazione per i titolari della pizzeria. Il 15 gennaio, Marco De Martino, fermato insieme ad Antonio Iodice e Pietro Perez per la bomba, si presenta a casa di Giuseppe Esposito e di sua moglie chiedendo il pagamento di una rata estorsiva.
La moglie aveva dichiarato che il mandante era stato Iodice, ma successivamente, nelle dichiarazioni alle forze dell’ordine, aveva indicato che De Martino aveva avanzato la richiesta a nome di Pietro Perez. Quest’ultimo si era anche scontrato con il genero che aveva provato a cacciarlo fuori dal palazzo. Quella notte la famiglia venne svegliata da colpi di arma da fuoco contro la propria abitazione, mentre la notte successiva dall’esplosione della bomba destina al proprio balcone ma finita fuori la pizzeria Sorbillo.
Il 9 marzo la donna decide di denunciare tutto dopo che Antonio Iodice arriva alle mani con il genero e a quel punto, come raccontato dalla donna. Questo il contenuto delle minacce riportate da Internapoli.it: “Iodice si metteva sullo scooter e minacciando di uccidere mio genero, si allontanava insieme agli altri complici, rimasti nel frattempo in disparte. Andandosene Iodice mi diceva ‘ROSÈ, LO DEVO UCCIDERE A TUO GENERO, CON TUTTI I SUOI FIGLI, DEVO PRENDERE 30 ANNI DI CARCERE’”.