“Un vicebrigadiere che dimentica la pistola in caserma e si fa accoltellare da un ragazzotto mezzo scemo fatico a definirlo eroe“. Questa la dichiarazione di Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero, sulla vicenda di Mario Cerciello Rega, il carabiniere di Somma Vesuviana ucciso a Roma.
Il giornalista ha utilizzato, come suo solito, parole molto dirette, che fanno riflettere sulla tragedia che ha visto coinvolto il carabiniere. Non ci sono dubbi sul fatto che al momento dell’aggressione Mario Cerciello Rega non avesse con sé la pistola d’ordinanza, sebbene fosse in servizio. L’arma è stata in seguito rinvenuta nel suo armadietto, e i motivi per cui era rimasta lì sono ancora oscuri.
Forse si era trattato di una semplice dimenticanza, o più probabilmente, come ha affermato il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, né Mario Cerciello né il suo collega si aspettavano si aspettavano di dover affrontare una persona munita di coltello, né tantomeno di essere attaccati dopo essersi qualificati come forze dell’ordine.
Questo aspetto è stato sottolineato in diverse occasioni, insieme al fatto che il carabiniere aveva con sé le manette, che si aspettava di poter utilizzare senza provocare una tale reazione. La dichiarazione di Vittorio Feltri, intanto, ha sollevato numerose polemiche. Particolarmente incisiva è stata la risposta di Salvatore di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana.
“Forse quell’istrionico giornalaio aveva ragione, Mario non può essere definito eroe. Gli eroi, per salvare il mondo si preparano, lucidano le loro armi e meditano a chi far fuori per primo. Si nascondono nel buio della notte per poi leggere i giornali al mattino alimentando il loro ego. […]
Ebbene non è un eroe. Mario è un martire! Ha speso i suoi giorni ad amare il suo prossimo, il suo lavoro, ha difeso i suoi ideali, la sua famiglia. Sapeva di non poter cambiare il mondo ma non ha smesso mai di diffondere semi di bontà in questa terra, ormai inaridita. Questo è ciò che fanno i martiri. Perseverano e non sono mai pronti a ricevere torti.”
Una riflessione profonda e commovente, quella di Salvatore di Sarno, che rende un degno omaggio a Mario Cerciello Rega, e al tempo stesso infonde la speranza che l’esempio lasciato in eredità dal carabiniere di Somma Vesuviana tocchi ancora i cuori di tante persone.