Asportato un tumore di oltre 6 kg ad un uomo di trentasette anni, operato con successo al Policlinico Federico II. L’equipe intervenuta per la significativa operazione è della Chirurgia Generale e dei Trapianti di Rene, capitanata da Michelangelo Santangelo. Il successo dell’intervento è dovuto, altresì, alla dotazione di strumenti all’avanguardia dell’Azienda federiciana.
Il paziente 37enne, originario di Napoli, si era recato al Pronto Soccorso di una struttura campana, dopo la comparsa di astenia e febbricola. Durante la visita dell’uomo è stata riscontrata una massa retroperitoneale. Dopo essere passato in un ulteriore struttura, il paziente è giunto all’UOC di Chirurgia Generale e dei Trapianti di Rene dell’AOU Federico II. Ma, al Policlinico Federico II, l’equipe di Michele Santangelo, ha segnalato l’esatta origine del tumore nel rene destro. Infatti, la massa tumorale era in precedenza identificata nel tessuto retroperitoneale.
Altresì, lo staff federiciano ha rilevato anche una compressione della vena cava da parte del processo neoplastico e la presenza di enormi e numerosi circoli collaterali vicarianti le funzioni della vena cava. La minuziosa valutazione è fatta attraverso le indagini TC, RMN, PET e istologiche. Il prof. Simone Maurea ha eseguito le analisi, insieme ai dottori Nicola Carlomagno e Alessandro Scotti, con l’aiuto dell’anestesista Ornella De Santis.
L’accurata diagnosi, infatti, ha consentito, in seguito, un intervento di embolizzazione della massa neoplastica e dell’asportazione chirurgica. “È difficile che si sviluppino tumori di queste dimensioni – spiega Michele Santangelo nella nota- e quando succede più frequentemente sono a carico dell’apparato genitale femminile. Raramente succede a carico dell’apparato uropoietico ed in questi casi sono difficilmente asportabili con un intervento chirurgico”. Il paziente ha ritenuto che la struttura federiciana sia l’unica, tra quelle in Campania, a poter asportare il tumore.
“La strategia diagnostica e chirurgica seguita è risultata vincente – aggiunge il professore Santangelo – l’intervento, a rischio di vita, perché si sarebbe potuta verificare un’emorragia non controllabile sul tavolo operatorio, è stato condotto in maniera lineare e senza alcuna problematica intraoperatoria. Il tutto grazie ad una precisa definizione diagnostica preoperatoria e all’adozione di una procedura sequenziale di radiologia interventistica e chirurgica, frutto della cooperazione tra vari professionisti dell’Azienda”, conclude Santangelo. Il paziente ora sta bene e, dopo la convalescenza, la prognosi dovrebbe essere favorevole, permettendo all’uomo di tornare al più presto a lavoro e alla sua vita quotidiana.