Pierre delle/a Vigne è un personaggio a tutto tondo, egli nasce presumibilmente a Capua tra il 1190 e 1200. Appartiene a genitori che sono con molta probabilità di agiata condizione sociale. Tuttavia non mancano fonti contrastanti nell’attribuire la loro umile origine. Comunque sia, Pierre ha la disponibilità materiale adeguata per accedere agli studi di diritto a Bologna. Conclusi gli studi, il vescovo di Palermo Bernardo lo presenta all’imperatore Federico II di Svevia. Questo fortunato incontro fa sì che Pierre diventa il notaio dell’imperatore, cioè si occupa di scrivere lettere, circolari e documenti per Federico II.
Redige la circolare del 1224 per la costruzione dell’Università “Federico II” di Napoli ed è stato tra coloro i quali si sono battuti affinché fosse costruita. Bisogna anche aggiungere che si è impegnato nell’organizzare lo Studium, cioè l’Università. La bravura di Pierre lo porta a ottenere il ruolo di giudice imperiale, che gli consente di svolgere l’attività di diplomatico. Poi ottiene la carica di regesta imperii: un’alta autorità al di sopra di tutti i notai.
Successivamente viene nominato gran giudice della corte imperiale. Grazie a questa nuova carica egli fa parte della commissione per la realizzazione della celebre costituzione di Melfi. Ciò viene detto da alcune fonti, però non molto credibili. Il vero successo della sua carriera lo ottiene con la nomina di procuratore e immortala su carta il matrimonio avvenuto in Inghilterra tra Isabella e Federico II.
Pierre diventa un uomo potente: infatti riesce ad ottenere tante proprietà disseminate in Campania e Foggia. Per di più aiuta i suoi familiari facendogli ottenere importanti cariche.
Al di là del suo essere un alto dignitario di corte, entra a far parte del circolo letterario della corte di Federico II tanto da garantirgli contatti con importanti uomini di cultura. Si mostra anche un abile poeta, difatti offre il suo contributo nell’ambito della celebre scuola siciliana scrivendo alcuni sonetti. Le sue abilità non si fermano qui, sono registrate fonti cui tiene pure delle orazioni in alcune aree d’Italia.
Non sappiamo se sia stato o no un colpevole di lesa maestà, il poeta Dante Alighieri lo annovera nella sua Divina Commedia e lo descrive come vittima. Pierre della Vigna è citato nell’Inferno nel XIII, ossia il VII° cerchio del secondo girone, dove si trovano i suicidi. Nel canto dantesco è lo stesso Pierre della Vigne che racconta del suo essere oggetto d’invidia dai cortigiani di Federico II, perciò hanno fatto circolare voce all’imperatore del suo essere un traditore. Lui non vuole subire l’onta del tradimento e quindi si suicida. Il variopinto personaggio nonostante sia punito all’Inferno, continua a manifestare la sua innocenza nell’essere stato sempre fedele all’imperatore.
Sitografia:
– http://www.treccani.it/enciclopedia/pier-della-vigna_%28Federiciana%29/
– http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-della-vigna/
– https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xiii.html