Due Napoli a confronto a ritmo di accuse postate attraverso i social network. Video che stanno macinando interazioni in grosse quantità. Condivisioni ma soprattutto commenti contro i parcheggiatori abusivi. I protagonisti sono il Consigliere Regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli e Paolo. Quest’ultimo prosegue nella sua campagna social in difesa della sua posizione che non è più quella di abusivo, nonostante un suo presunto coinvolgimento nel sequestro di materiale abusivo alla Rotonda Diaz. Il cittadino napoletano giura di aver abbandonato la via dell’illegalità, respinge ogni accusa scagliata da Borrelli e contrattacca parlando di una promessa non mantenuta da parte del consigliere che gli avrebbe promesso un lavoro.
Le due Napoli si scontrano, non solo verbalmente. Tra chi pronuncia correttamente “Mergellina” e chi, invece, parla di “Margellina”. Una differenza sostanziale, nel linguaggio, nelle narrazioni del contesto sociale. Da un lato la città di Borrelli, stanca dei soprusi degli abusivi, spesso legati a filo doppio con la criminalità organizzata. La guerra contro chi estorce denaro è senza sosta. Borrelli attraverso le segnalazioni degli utenti e con dirette facebook da tempo conduce una battaglia senza sosta. Con qualche risultato. Sequestri qua e là e fiumi di commenti di spregio nei confronti degli abusivi.
Dall’altro lato della barricata c’è Paolo, ex parcheggiatore, che vive grazie al reddito di cittadinanza. Almeno stando alle sue pubbliche dichiarazioni. E’ la città di chi si arrangia con mezzi leciti o illeciti che siano. Quella Napoli che da anni immersa nella povertà, nel disagio sociale e culturale, tira a campare. A volte sconfinando pericolosamente nel terreno fertile della camorra.
Schierarsi può risultare semplice. Siamo con Borrelli e con la legalità. Bene. Ma è necessario comprendere, ascoltare le parole di chi sta dall’altra parte, perché solo con il dialogo è possibile capire i meccanismi che portano ad un certo stile di vita. E trovare delle soluzioni, questo sì che compete ad un consigliere regionale e a tanti altri come lui. Chiaro che si sta parlando di questioni irrisolte da decenni. Vale la pena combatterle ma è necessario creare una alternativa. Altrimenti non basteranno 10, 100, 1000 Borrelli per contrastare un fenomeno così diffuso e con un ampio consenso sociale.
Paolo diversamente da altri suoi ex colleghi in questi giorni non si dà pace. Produce video quasi quotidianamente, riposta le sue vecchie dichiarazioni e tagga Barbara d’Urso. Vuole raccontare la sua storia, farsi aiutare. Ecco, questo particolare fa riflettere. Quest’uomo chiede aiuto ad una donna dello spettacolo, perché forse ha smarrito la fiducia nelle istituzioni. E come dargli torto su questo punto.