Sono giorni che in molti comuni vesuviani c’è panico per lo scherzo soprannominato “The Ring”. Una persona, o più d’una, sono state avvistate in giro di notte per strade poco trafficate travestite in modo inquietante. Il travestimento richiama Samara, mostruosa creatura del film horror “The Ring”: una bambina cadaverica, vestita solo con un abito bianco e lunghi capelli neri a coprirle il viso.
Questa spaventosa figura gira per le strade, spaventando a morte i passanti, spesso con in mano coltelli o estintori, avvicinandosi lentamente per poi inseguire correndo i malcapitati. Già la cosa ha dato non pochi problemi di sicurezza: è il caso di Afragola, dove lo scherzo è degenerato nel momento in cui un gruppo di ragazzi ha aggredito la finta Samara pestandola violentemente.
I responsabili di questo scherzo, però, non rischiano solo il linciaggio, ma gravi guai legali. Infatti, molti dei comportamenti assunti dalle finte Samara costituiscono veri e propri reati. Scopriamo quali. Diciamo fin da subito che la legge vieta di andare in giro con il volto coperto. Il nostro ordinamento penale punisce ogni qualvolta in cui vi sia una lieve alterazione dell’aspetto esteriore del reo, ottenuta con qualsiasi mezzo, anche rudimentale, purché idoneo a rendere difficoltoso il riconoscimento del soggetto.
Punto di partenza è il Testo Unico sulle leggi di Pubblica Sicurezza (R.D. 18 giugno 1931, n. 773) il quale, all’art. 85, prevede: “È vietato comparire mascherato in luogo pubblico. Il contravventore è punito con la sanzione amministrativa da euro 10 a euro 103″. Si tratta di una disposizione di legge parecchio datata ma che certamente è ancora in vigore.
Successivamente, con legge 22 maggio 1975 n. 152, sono state introdotte nuove disposizioni a tutela dell’ordine pubblico, aggiornate con la legge . 533 dell’8 agosto 1977 e infine dall’art. 10, comma 4-bis, D.L. 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla L. 31 luglio 2005, n. 155.
Le nuove disposizioni in tema di sicurezza, prevedono, all’art. 5: “E’ vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. Il contravventore è punito con l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro. Per la contravvenzione di cui al presente articolo è facoltativo l’arresto in flagranza”.
La norma parla inizialmente di caschi protettivi, ma la locuzione “qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona” ha carattere generico e può senza dubbio ricomprendere anche l’utilizzo di una maschera o, nel nostro caso, di trucco apposito o della parrucca per nascondere il volto.
Andrà, inoltre, valutato caso per caso l’ipotesi in cui il comportamento del soggetto in maschera non si sia limitato a indossare una maschera, ma, realmente, come nel nostro caso, abbia provocato uno stato di paura e ansia alle proprie vittime non potendo escludere anche la sussistenza di altri reati.
Inoltre, la finta Samara è punibile anche per “Procurato allarme” ai sensi dell’art. 658 del codice penale. Secondo tale norma: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro.”
I nostri burloni possono sembrare persone che stanno male o con gravi patologie mentali, spesso possono sembrare armati e malintenzionati. Tutte eventualità che potrebbero far incorrere nel suddetto “procurato allarme”.
Inutile dire, poi, che simili apparizioni possono ledere gravemente le malcapitate vittime. Già solo la paura improvvisa potrebbe far incorrere in malori o in traumi particolarmente gravi. Non tutti conoscono il film “The Ring”, anche se un cult del cinema horror, e quindi potrebbero allarmarsi, avvisare inutilmente le autorità competenti o cercare di intervenire in prima persona per aiutare la sfortunata ragazza.