Se ne era iniziato a parlare nell’aprile dello scorso anno e ora arriva a Venezia, fuori concorso. Stiamo parlando della nuova serie tv ZeroZeroZero che nasce dalle pagine di Roberto Saviano e approda dietro la cinepresa del regista romano Stefano Sollima, in onda su Sky nel 2020.
L’amato e odiato scrittore attraversa il red carpet veneziano per presentare due episodi del progetto tv tratto dal suo libro-inchiesta. Si affida nuovamente a Sollima che lo aveva già accompagnato nella realizzazione del suo Gomorra – La serie.
“Perché la cocaina è la regina in assoluto? Ci si riempie di coca perché la vita è una merda, la vita in questa fase storica è pesantissima: sei sempre brutto, povero, grasso. Chi è che consuma droga? Gli operai edili, i camionisti, i tassisti. I governi stanno ignorando tutto questo. La legalizzazione potrebbe interrompere la massa di guadagni infiniti ma cambierebbe l’economia, chiuderebbe i pozzi di petrolio delle organizzazioni criminali che attraversano però il mondo legale. D’altronde è stato chiarito che la crisi economica del 2014 è stata superata grazie alla liquidità del narcotraffico”.
Sono queste le parole, riportate da La Repubblica e pronunciate da Saviano che hanno riscosso non poco scalpore.
È chiaro che la frase suona più come una provocazione, e lo scrittore napoletano ha fondato gran parte del suo successo su questa, e una necessità di analizzare dati e questioni importanti. E su questi dati e questioni Saviano, insieme alla sua troupe, ci ha lavorato e alla stampa che ha incontrato al Festival veneziano ha lasciato qualche appunto:
“Per capire di cosa stiamo parlando occorre fare un breve riassunto. La cocaina la compri in Colombia a 2000 dollari al chilo, in Messico arriva a costare 15mila, negli Stati Uniti 27mila, in Italia 54mila, in Inghilterra 70mila. Con 10mila dollari di cocaina pura diventi milionario, da un chilo ne ottieni 3 o persino 4, sono 3000 dosi con un ricavo di 200mila euro oppure di più se tagliata col calcio per i cani, come avviene in certe periferie.
Stiamo parlando dell’unica materia comparabile al petrolio. Se oggi io le do un sacchetto di coca, prima di uscire dal palazzo del cinema l’ha già venduta, se le do un sacchetto di diamanti, anche se sono veri non riesce a disfarsene. Con il mio libro e con questa serie ci interessava fare non un racconto sul narcotraffico ma sul potere e sull’economia del nostro tempo”.
Alla sceneggiatura troviamo Leonardo Fasoli e Maurizio Katz e un cast composto da attori provenienti da tre continenti diversi e che parlano sei lingue diverse: Andrea Riseborough, Dane DeHaam, Gabriel Byrne, Harold Torres, Giuseppe De Domenico, Adriano Chiaramida, Francesco Colella e Tcheky Karyo.
Al centro dell’azione c’è lei: la polverina bianca che ci condurrà lungo il suo percorso, facendoci fermare in tutte le sue tappe dell’illegalità. In questo viaggio incontreremo realtà e personaggi diversissimi tra di loro: la famiglia di boss calabresi che la aspettano in Italia, gli armatori americani che fanno da intermediari con i trafficanti messicani, la polizia. Tante figure con scopi diversi, con un unico collante: la cocaina.
Grosso è stato il lavoro di ricerca dietro questa serie. Due anni di investigazione per giungere alla matrice di meccanismi complessi e ambigui. Investigazioni che sono partite dalle pagine di Saviano e si sono ampliate grazie a interviste fatte a giornalisti e forze dell’ordine.
Sollima ha dichiarato che l’interesse che ha mosso questa serie è stato soprattutto affrontare il tema del narcotraffico
“che abbiamo già raccontato da un’angolazione nuova, che è quella del mondo globale colpito dal traffico di coca indipendentemente se le persone ne fanno uso oppure no. In realtà anche se non consumi cocaina la tua vita è continuamente toccata dal traffico: quello che indossi, la banca dove hai il conto corrente tutto può essere coinvolto dal fenomeno”.