Mamma di un bimbo autistico: “Terapie ferme, lotto per avere il sostegno a scuola”
Set 09, 2019 - Martina Di Fraia
“Mi chiamo Imma, sono la mamma di un bellissimo bambino autistico di nome Gaetano“. Così comincia un post della pagina Facebook “La voce di Gaetano”, pagina creata da Imma Esposito, una mamma di Pompei, per diffondere una maggiore consapevolezza sulle numerose difficoltà dell’autismo. Tra queste, c’è l’eterna lotta per gli insegnanti di sostegno, che spinge la mamma di Gaetano a lanciare un appello.
Il messaggio è accompagnato da una foto di Gaetano con Imma. La mamma e il suo bambino sembrano felici e spensierati, ma dietro quei sorrisi si nasconde un mare di battaglie e di intoppi. “Gaetano frequenta un centro di riabilitazione convenzionato con ASL, ma è fermo con le terapie da una settimana perché ci vogliono due settimane per mettere un timbro su una pratica…”
Già questo dà un’idea di quanto il nostro sistema sia inadeguato. Le strutture che dovrebbero garantire ai bambini autistici una vita normale, o quasi, sembrano in certi momenti rendere ancora più difficoltosa la loro condizione. E questo vale anche per la scuola, come scrive la stessa Imma nel suo appello.
“La settimana prossima inizia la scuola e in cuor mio so già che dovrò combattere come l’anno scorso per avere una maestra di sostegno“. Insomma, anche un momento di crescita come questo può diventare complicato, se bisogna combattere anche solo per ottenere ciò che spetta di diritto a Gaetano: un insegnante di sostegno.
“Vorrei vivere questi giorni come qualsiasi altra mamma, comprare lo zainetto nuovo, le penne, i quaderni… Mica tutti gli anni si comincia la prima elementare. Invece vivo di ansia perché se all’asilo potevo lasciarlo a scuola anche senza un sostegno, alla scuola primaria è impossibile.”
Ci auguriamo che quest’appello raggiunga il maggior numero di persone possibili, e che lo sfogo contenuto nella frase finale arrivi a toccare nel profondo tutti noi. “Mi chiamo Imma, sono la mamma di Gaetano e vorrei solo non dover combattere ogni giorno per i diritti di mio figlio…”