ROMA – Stefano Delle Chiaie, uno degli esponenti di spicco del terrorismo nero degli anni settanta e ottanta, è morto la notte scorsa all’ospedale Vannini di Roma. Il suo nome è legato ad alcuni dei principali avvenimenti degli anni di piombo, dalla Strage di piazza Fontana del 1969 al Colpe Borghese del 1970, fino all’accusa di concorso alla Strage di Bologna del 1980, per il quale fu assolto per insufficienza di prove.
Nato a Caserta nel 1936, Delle Chiaie aderì giovanissimo – ad appena 14 anni – al Movimento Sociale Italiano. Sostenitore della corrente tradizionalista e spiritualista del partito, Delle Chiaie seguì Pino Rauti quando questi abbandonò l’MSI per dar vita al Centro Studi Ordine Nuovo nel 1956, diventando in breve tempo uno degli esponenti principali del movimento.
Il 25 aprile del 1960 – data non casuale – Delle Chiaie fondò Avanguardia Nazionale, poi disciolto nel 1976 per conseguenza della Legge Scelba. A proposito di tale movimento, nel libro “L’Aquila e il Condor, memoria di un militante politico” pubblicato nel 2012, Delle Chiaie così descrive l’ideologia di Avanguardia Nazionale: «Scegliemmo alcuni concetti per orientare il nuovo percorso: la nazione come realtà culturale, la libertà come conquista, solidarietà, disuguaglianza come responsabilità e non privilegio, centralità del lavoro, partecipazione, ordine naturale in alternativa a quello liberal-capitalista o marxista. Il nostro obiettivo era un’Europa estesa fino agli Urali, unita nella differenza dei suoi popoli e terza forza rispetto ai due blocchi imperialisti. Su questi presupposti, il 25 aprile 1960, nella sede centrale della Federazione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana di via Santa Eufemia a Roma, nacque Avanguardia Nazionale. Eravamo immuni da qualsiasi sindrome nostalgica e immersi in un sogno rivoluzionario. Facemmo nostro il motto “non siamo gli ultimi di ieri ma i primi di domani”. Non fu solo un modo di presentarci ma un nostro profondo sentire. Fu questa nostra caratteristica che, nel tempo, stabilì la marcata differenza tra Avanguardia e il resto dell’area cosiddetta neofascista. Nonostante le insinuazioni e i sospetti di quanti, ormai devoti ai musei di pietra, non riuscivano a decifrare le scelte di chi, piuttosto che rimanere in piedi tra le rovine, aveva deciso di andare oltre».
Come rappresentante di Avanguardia Nazionale, Delle Chiaie partecipò nel 1956 al Convegno sulla Guerra Rivoluzionaria, organizzato dall’Istituto di Studi Militari Alberto Pollio. Per l’occasione furono invitati i principali esponenti della cultura neofascista dell’epoca, come i giornalisti Giorgio Pisanò e Giano Accame, l’ufficiale dell’Esercito Italiano e agente segreto Guido Giannettini, l’attivista Marco Merlino (questi ultimi due coinvolti successivamente nelle indagini sulla Strage di pizza Fontana), l’orientalista e storico delle religioni Pio Filippani Ronconi e Pino Rauti. L’obiettivo del convegno fu il confronto sul tema della guerra rivoluzionaria, ritenuta dai relatori come l’unica azione politica in grado di fermare l’avanzata del consenso comunista in Italia.
Il 25 luglio del 1970, Delle Chiaie fu chiamato a testimoniare sul ruolo di Mario Merlino nella Strage di piazza Fontana, ma fuggì in Spagna dando inizio ad una lunga latitanza che lo portò a vivere in Sud America per ben 27 anni. In questo periodo lavorò in Cile nell’attività di propaganda a favore di Augusto Pinochet e in Bolivia dove diede vita ad un gruppo paramilitare che favorì il colpo di stato attuato da Luis García Meza Tejada. Il gruppo paramilitare operava per conto del Ministero dell’Interno boliviano, presieduto all’epoca da Klaus Barbie, noto come il “Boia di Lione”, un ex comandante della Gestapo che in Francia fu responsabile della deportazione di centinaia di ebrei e dell’uccisione di centinaia di patrioti francesi.
La latitanza di Delle Chiaie terminò il 27 marzo del 1997 ad opera della Polizia Italiana che lo catturò a Caracas. Rientrato in Italia fu processato per le stragi di Bologna e piazza Fontana, per i quali fu scagionato in primo e secondo grado.
Il prossimo 13 settembre Delle Chiaie avrebbe compiuto 83 anni. Attraverso una breve nota pubblicata sul proprio blog ufficiale, Avanguardia Nazionale saluta la morte del suo leader politico con le seguenti parole: «Stefano è andato avanti. La comunità di avanguardia abbruna le sue bandiere per la morte del suo comandante Stefano delle Chiaie».