Cosa ci faccio con duecentonove milioni di euro? Di sicuro se lo starà chiedendo il vincitore o la vincitrice del Superenalotto del 13 agosto.
Quella estiva è stata la sestina vincente più ricca nella storia del gioco e per di più giocata in una tabaccheria di Lodi con soli due euro. Alla cifra finale vanno però sottratte le tasse. Per vincite superiori ai 500 euro si applica infatti una commissione del 12%. Al fortunato restano quindi 184 milioni di euro che può spendere come vuole tra viaggi, investimenti, auto costose.
Per quantificare la cifra basti pensare che il vincitore sarebbe potuto essere il nuovo proprietario della Fiorentina. Il club viola è stato ceduto a Commisso per 135 milioni di euro. Oppure avrebbe potuto comprare un quadro di Monet. Il dipinto è stato battuto all’asta da Sotheby’s a New York per 110.747.000 milioni di dollari. Se invece ritorniamo al calcio avrebbe potuto pagare il trasferimento di Ronaldo alla Juve (100 milioni) o l’intero monte ingaggi dei giocatori del Napoli per l’anno 2029/2020: ben 103 milioni di euro.
Ad un mese dalla vincita, il titolare della schedina vincente non ha ancora incassato il premio. C’è ancora tempo, altri due mesi, per ritirare la somma. Poi dopo il 14 novembre l’intera cifra andrà nelle casse dell’Erario. Un caso non raro. In Italia sono molti coloro che si sono dimenticati di controllare la schedina senza accorgersi di aver vinto o che l’hanno persa. Dal 2010 ad oggi sono infatti 350 i milioni che non stati mai ritirati e sono finiti all’Erario, che ringrazia.