Oggi Piazza del Mercato è affollata da antiestetici edifici e veicoli, però prima non era così. C’era un tempo in cui l’area interessata si chiamava Campo Muricino/Moricino. Il significato è dubbio, c’è chi sostiene che in origine ci fossero mercanti orientali, altri per il fatto di essere molto vicino alle mura cittadine. Bartolommeo Capasso lo associa a un luogo di morte, descrivendo la spettacolare morte di Corradino di Svevia nel 1268. In base alla notizia fornitaci dal Capasso, sappiamo quindi che il Campo in origine rivestì una funzione pubblica per le uccisioni.
Due anni dopo, Carlo I d’Angiò gli diede anche un altro scopo, cioè essere sede del mercato cittadino e lo sostituì con quello principale che si teneva nel cuore della città a San Lorenzo. Il mercato si presentava come un perimetro irregolare di 5 ettari, dove svariati commercianti davano luogo alle loro attività. Facevano da sfondo ai commercianti alcuni edifici in costruzione come la chiesa di Sant’Eligio e del Carmine.
Il mercato doveva tenersi ogni 2 giorni: il lunedì e venerdì. Il successore Carlo II ratificò il provvedimento del suo predecessore a proposito dell’area destinata al mercato e regolò la vita commerciale nel 1302. Intanto, accanto ai ridenti commerci si affiancavano eventi religiosi, feste e continuavano i macabri rituali di condanne a morte.
Il tempo passava, succedeva la dinastia Aragonese. Nel 1484 Ferrante I d’Aragona fece allargare le mura cittadine, così da consentirne la costruzione di case intorno alla Piazza del Mercato. Accanto ai due suindicati edifici religiosi iniziarono a prendere forma tanti edifici abitativi di fattezze sostanzialmente mediocri. Tuttavia la forma e la grandezza della Piazza continuavano a essere immutate.
Con gli Asburgo di Spagna, la Piazza del Mercato diventò anche sede del potere politico, quando ci fu la rivolta di Masaniello. Nei primi giorni della rivoluzione, il rivoluzionario emanava ordini ai suoi lazzari su un palcoscenico costruito in Piazza. Le riunioni tra rivoluzionari avvenivano nella Chiesa del Carmine e fu anche luogo dove furono decisi i capitoli da presentare al viceré.
Tra gli anni ’50 e ’60 del ‘600, lo scarno Mercato fu arricchito da due sfarzose fontane volute dal viceré conte D’Ognate. Le fontane erano poste una al centro della piazza e l’altra nella parte orientale. Prima di quest’ultima, ci stava una cappella dedicata a Santa Croce. L’edificio presentava due porte, l’altare in direzione della cappella era sovrastata da una colonna. Questa era coronata da una croce di marmo, sulla parete retrostante vi erano disegnate le immagini di santi. Invece su quella occidentale erano descritte, tramite pitture, gli ultimi avvicendamenti di Corradino di Svevia.
Durante il periodo di peste del 1656, Piazza del Mercato era rappresentata come luogo di maledizione, da dove originasse la malattia e area di sepoltura dei corpi appestati. I nobili sostenevano che la peste fosse sorta dai popolani perché consumarono il pesce salato a basso prezzo acquistato in Piazza. Un’altra critica antipopolana era che ci fosse una vendetta divina perché i popolani misero in discussione l’ordine gerarchico con la rivolta di Masaniello. La malattia mieté una grandissima fetta della popolazione e la Piazza avendo un grande spiazzo ospitò un gran numero di morti per peste.
Finita l’epidemia, il mercato riprese e alla fine del ‘600 furono avanzati due progetti per mettere ordine ai banchi sparsi disordinatamente per il perimetro. I banchi dovevano disporsi nel creare un rettangolo aperto ai 4 lati tanto da formare una croce, al cui centro si trovava la Fontana Centrale. Non sappiamo se i progetti furono o meno approvati.
Durante la dinastia dei Borbone, nel 1781 ci fu un incendio in Piazza causato dai fuochi utilizzati durante la festa del Carmine. Siccome le botteghe erano di legno subito furono arse. Ferdinando IV di Borbone commissionò all’architetto Francesco Sicuro il progetto di costruzione della Piazza del Mercato.
Essa acquisiva una forma a esedra, cioè semicircolare e sovrastata da una cupola. Costruì inoltre la Chiesa di Santa Croce e Purgatorio insieme a tre fontane: Fontana Obelisco, dei Leoni, dei Delfini e ristrutturò la Fontana Maggiore. Oggi delle fontane citate è presente la sola Fontana dell’Obelisco. Durante la repressione Borbonica nei riguardi dei sostenitori della Repubblica, la Piazza ritornò a essere luogo di morte in pubblico, si ricorda l’impiccagione di Eleonora Pimentel Fonseca nel 1799.
La Piazza del Mercato fu seriamente danneggiata dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale. Nel periodo post guerra, le attività commerciali iniziarono il loro repentino declino, molti commercianti andarono via dalla Piazza. A fornire un altro colpo fu la speculazione edilizia degli anni 60 con la costruzione del Palazzo Ottieri. Questo fece perdere valore alla Piazza e non consentì alla stessa di avere una veduta verso il mare, problematiche che perdurano ancora oggi.
Da come si può comprendere leggendo l’articolo, la Piazza del Mercato ha una lunga storia da raccontare eppure oggi è totalmente abbandonata. Certamente non ha aiutato l’incuranza, da svariati anni, delle istituzioni che dovrebbero prendersi cura di un monumento come Piazza del Mercato.
Sitografia:
http://www.federica.unina.it/architettura/storia-della-citta-paesaggio/storia-piazze-mercato-napoli/
http://www.bibliotecauniversitarianapoli.beniculturali.it/index.php?it/462/piazza-mercato
Bibliografia:
B.Capasso, La casa e la famiglia di Masaniello, Giannini, Napoli, 1919