Gli specializzandi dell’Università degli Studi di Napoli Federico II hanno vinto la terza edizione dei Pediatric Simulation Games, le Olimpiadi internazionali dell’emergenza pediatrica ideate dal prof Riccardo Lubrano, primario dell’unità operativa complessa di pediatria e neonatologia presso il polo pontino.
Federica Annunziata, Alberto Casertano, Raimondo Cecere, Marta Palma, Martina Peluso, Emanuela Rossitti, Enrico Sierchio e Andrea Smarrazzo sono i nuovi campioni dei Giochi. Questi 8 ragazzi hanno affrontato 39 squadre italiane ed estere nel torneo che si è tenuto a Latina dal 10 al 14 settembre.
“Siamo felicissimi, la gara è partita nella maniera più inaspettata ed è finita al di là di ogni immaginazione – hanno detto i giovani medici di Napoli a IlMattino – Un grande merito va alla squadra che ha partecipato lo scorso anno ai Giochi e che ci ha allenati. Consigliamo a tutti i futuri specializzandi quest’esperienza! E’ faticoso ma ne vale la pena perché si impara tantissimo!”.
Per cinque giorni le 34 squadre italiane e le 6 squadre estere provenienti da Francia, Spagna, Lettonia e Algeria si sono sfidate nella risoluzione di casi dell’emergenza/urgenza pediatrica creati ad hoc per ottenere da tutti i partecipanti l’apprendimento dei corretti comportamenti diagnostici e terapeutici da attuare nella gestione dell’emergenza secondo le più moderne linee guida internazionali. A valutare il lavoro svolto dagli specializzandi una giuria internazionale composta da cinque professori di fama mondiale: Monica Kleinman del Boston Children’s Hospital (Usa), Allan R. de Caen dello Stollery Children’s Hospital di Edmonton (Canada), Marc Berg della Stanford University, Palo Alto (Usa), Vinay Nadkarni del Children Hospital of Philadelphia (Usa) e Amelia Reis dell’Università di San Paolo del Brasile.
L’evento è organizzato dalla Sapienza, Università di Roma in collaborazione con le società scientifiche Simeup, Sip, Aha e Onsp e il Collegio dei direttori delle scuole di pediatria. Negli anni hanno partecipato a queste Olimpiadi oltre 30 scuole di pediatria di tutta Italia.
Per questa gara erano previsti due incontri al giorno: uno al mattino e uno al pomeriggio, al termine dei quali la giuria ha tenuto una sessione di debriefing per rivalutare quanto fatto. Durante queste gare gli studenti hanno avuto l’opportunità di operare su manichini Laerdal, robot ad alta tecnologia, collegati tramite sensori al computer, che fornivano continuamente i parametri vitali del “bambino”, mostrando l’evolversi della situazione.
Durante la gara non sono mancati colpi di scena e sorprese: squadre miste, team leader bendati e simulazioni in silenzio.
In finale, gli specializzandi dell’Università di Napoli Federico II hanno battuto la squadra dell’Università di Firenze, già vincitrice della prima edizione delle Olimpiadi, giocando una sfida ardua e molto particolare: una doppia emergenza di un bambino di sette anni e di un neonato.
Durante tutta la durata delle Olimpiadi i ragazzi hanno lavorato insieme, collaborando, confrontandosi e imparando gli uni dagli altri.
“L’importante è divertirsi e imparare. Partecipando ai Giochi, i ragazzi studiano pur non avendo un esame – sottolinea il prof Lubrano – non è la competizione che ci interessa ma la diffusione del sapere, e in questi anni possiamo dire di esserci riusciti”.
Dopo la vittoria gli specializzandi hanno cantato il loro “inno” tutto napoletano sulle note di “Je so’ pazzo” di Pino Daniele.