Risale a quasi un anno fa la prima denuncia di crollo. L’arco di quel che resta dell’antico porto borbonico sul lungomare di via Partenope (ora noto come “Lungomare Liberato”) rischia di crollare. Il primo ad allarmare le istituzioni fu il fotografo Giuseppe Farace che dopo aver allertato il 115 telefonicamente, si recò sul luogo insieme ai vigili del fuoco. Tuttavia l’esito della perizia dei tecnici del Comune ebbe un esito “positivo”.
L’antico arco di pietra lavica, che si trova sul mare a pochi metri da piazza Vittoria, è stato così a lungo dimenticato dalla Soprintendenza che ha lasciato che questo pezzo di storia perdesse man mano il suo valore fino ad arrivare quasi al crollo.
La pietra su cui poggia l’arco è stata spostata da una violenta mareggiata e quindi il serio pericolo di crollo è dietro l’angolo. Un pezzo di storia che si regge, a prova della decantata arte dell’arrangiarsi, prettamente napoletana, su di un mattone posizionato male. Con il rischio che l’ultima graziosa testimonianza della marina borbonica su via Caracciolo possa anche essere spazzata via dalle onde, definitivamente.
L’arco borbonico, denominato dai napoletani “Chiavicone“, prima del risanamento che dotò Napoli di fogne, era uno degli approdi borbonici del 1700, situato all’altezza di via Giorgio Arcoleo. Con la costruzione della fogna su spostato e trasformato in sbocco della stessa, alla fine del 1800. Riconoscendo tale valore, è chiaro come per tutta la città tale arco rappresenti un vero e proprio pezzo di storia della città e, per tale motivo, va salvato e preservato.
La situazione, nel corso dei mesi però non è cambiata. L’appello anche degli esponenti del consiglio regionale campano, come Francesco Emilio Borrelli, non è servito a smuovere le istituzioni in materia. Il consigliere, nel lanciare l’allarme, auspicava un intervento celere per la messa in sicurezza dell’antico arco borbonico. Ma nemmeno tali parole servirono.
I lavori di restyling non sono stati né posti in essere, né proposti. Alla situazione di dissesto si aggiunge lo stato di degrado di questo tratto di lungomare, che aumenta il senso di abbandono dell’intero luogo: transenne vecchie e arrugginite deturpano panorama e pietre storiche. Una situazione che è al limite dell’assurdo.
Se è vero che l’arco ha resistito al crollo per un’intera stagione di freddo,venti e piogge, non è detto che ne superi un’altra. E alle porte di un nuovo autunno si spera che le istituzioni intervengano quanto prima.