Al Museo del Cinema di Torino è stata inaugurata una mostra dedicata a Lombroso, ‘I 1000 volti di Lombroso’, in programma dal 25 settembre al 6 gennaio. Scatti fotografici razzisti dei napoletani definiti delinquenti solo in base alla provenienza.
Per chi non lo sapesse Lombroso, fu il padre fondatore della criminologia e compì studi mirati a dimostrare – erroneamente – come alcune caratteristiche dei volti fossero segni di tendenze criminali. Egli sosteneva l’inferiorità genetica dei napoletani.
La mostra è curata dalla responsabile dell’Archivio del Museo Cristina Cilli, dalla storica dell’arte e docente presso l’Accademia Albertina di Torino Domenica Leonardi, dal direttore scientifico del Museo e docente universitario Silvano Montaldo, e dalla borsista Nadia Pugliese.
“Il Museo del Cinema di Torino ha inaugurato una mostra dedicata agli studi di Cesare Lombroso, lo studioso che – senza alcun fondamento sul piano scientifico – affermava che si diventa delinquenti in base alla propria natura e dunque sulla base della provenienza territoriale. Le sue strampalate teorie, basate in tanti casi su ‘studi’ su delinquenti provenienti dal Mezzogiorno e in particolar modo da Napoli, sono state ampiamente smentite dalla scienza. Nonostante ciò il capoluogo piemontese continua ad ospitare un museo a lui dedicato, dove sono esposti i reperti dei suoi ‘studi’ e inaugura addirittura nuove mostre dedicate alla sua figura. In questo caso si tratta di una raccolta di reperti fotografici in cui si mostrano i volti delle persone, nei quali Lombroso pretendeva di riscontrare un’inclinazione alla delinquenza. La mostra del Museo del Cinema mostra dunque scatti profondamente razzisti di delinquenti, anche napoletani, catalogati in base alla provenienza geografica”. Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore de “La Radiazza” su Radio Marte Gianni Simioli.
“Non ci addentriamo in un’analisi circa il valore storico dei reperti ma sottolineiamo che riteniamo estremamente grave mostrarli senza specificare l’assenza di una qualsiasi valenza scientifica. Anzi sulla locandina è espressamente indicata la provenienza dall’archivio fotografico del Museo di Antropologia criminale dell’Università di Torino. Il visitatore meno attento potrebbe dunque essere fuorviato e credere che sussista una base scientifica nelle sciocchezze razziste sostenute da Lombroso. Un rischio che non è assolutamente il caso di correre in un’epoca come la nostra. Abbiamo dunque inviato una nota alla direzione del museo chiedendo di inserire delle indicazioni che specificano l’assenza di valenza scientifica dei reperti esposti in quanto, allo stato attuale, la mostra risulta offensiva nei confronti dei napoletani e dei meridionali in generale”.