Palazzo Zevallos Stigliano cambia sede. Lo storico palazzo di Via Toledo che contiene i capolavori di Caravaggio e Gemito lascerà entro l’anno la struttura e si trasferirà a pochi metri di distanza. Il museo di Intesa Sanpaolo, secondo indiscrezioni di ‘La Repubblica’, traslocherà nell’adiacente edificio del Banco di Napoli.
Il motivo sarebbe legato a onerosi lavori di adeguamento alle norme di sicurezza, tra piani antincendio e vie di fuga che sommati alle spese pagate per l’affitto risulterebbero eccessivi. Da qui la scelta della Banca di spostarsi a Palazzo Piacentini, sempre su Via Toledo.
Soldi per la ristrutturazione che invece ha l’Università Federico II di Napoli grazie alle risorse stanziate dal governo (80 milioni di euro in 5 anni). Da anni si parla di Palazzo Zevallos come possibile sede di un’università. Nel 2017 il rettore della ‘Normale’ di Pisa aveva contattato il rettore della Federico II per aprire una collaborazione tra le due università.
Ora lo storico palazzo seicentesco potrebbe diventare la sede principale della Scuola superiore meridionale, la Scuola internazionale di alta formazione e ricerca provvista di un Istituto di Studi Avanzati. La sede infatti è provvisoria e collocata in Largo San Marcellino. 30 i posti per il primo anno di corso, della durata triennale, che è stata istituito sperimentalmente presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Sempre secondo ‘La repubblica’, a inizio anno sarebbe stata ratificato il trasferimento del museo che si trova all’interno di Palazzo Zevallos con un progetto, firmato dall’architetto Michele De Lucchi e proposto alla Soprintendenza. Un piano che però prevede un ridimensionamento sia delle gallerie d’arte che delle fontane.
Il trasferimento del Palazzo e delle sue opere è quindi ormai certo. La più famosa, raffigurata nella Sala degli Stucchi, è il ‘Martirio di sant’Orsola’, ultima opera di Caravaggio. Da capire cosa ci sarà nele sale dello stabile. Quella dell’Università è infatti soltanto un’ipotesi. Al posto delle opere d’arte invece potrebbero comparire presto ristoranti o negozi di abbigliamento. Sull’edificio infatti c’è un interessamento di alcuni imprenditori per un progetto di un centro commerciale.
Un Palazzo ricco di cultura che potrebbe così diventare ‘popolare’ svendendo la sua natura.