Franceschini: “Arte, musica e sole: Campania prima al mondo per potenza culturale”
Ott 21, 2019 - Chiara Di Tommaso
“Non c’è regione al mondo che ha la stessa potenza cultuale della Campania”. Nel teatrino di corte di palazzo Reale a Napoli, piovono applausi per Dario Franceschini. Il ministro dei beni culturali è ospite della prima delle due giornate dedicate agli Stati generali della cultura della regione Campania.
Il suo breve intervento è un endorsement a favore della nostra Regione. Un elenco infinito di come la Campania abbia una ricca potenzialità e un modello da esportare nel mondo.
“E’ importantissimo che la Campania investa su ste stessa. Non c’è regione al mondo, e dico al mondo non solo in Italia, che ha la stessa potenza cultuale della Campania. Con arte, paesaggio, bellezza, archeologia, mare, creatività, teatro, storia, borghi, città d’arte, cinema, musica, sole, non c’è un posto al mondo che abbia questo patrimonio. Se si investe qua tutto diventa possibile.
Ne è un esempio una storia di riscatto italiana molto bella. Pompei appena cinque anni fa era conosciuta al mondo come luogo di problemi: crolli, file turiste infinite sotto al sole per scioperi improvvisi. Lavorando e credendoci, con persone giuste, ora è un modello per il mondo, anche per l’uso di fondi europei. Un luogo accogliente, aperto di sera e con giovani. E’ possibile tutto, in fretta, se ci si crede. Investite su voi stessi, io non solo starò al vostro fianco ma sopratutto in mezzo a voi. Perché il futuro si crea sulla bellezza”.
Il ministro poi si sofferma sull’importanza di associare il Turismo alla Cultura. Perché questo è un settore che può portare investimenti in economia e dare crescita al Paese.
“Anche il Ministero ha collaborato con la Regione per realizzare opere culturali (500 milioni investiti in cultura). Credo molto nel far capire la centralità degli investimenti nella cultura. Mi sento chiamato a guidare il ministero economico più importante del paese. Ho chiesto la cultura che nella gerarchia dei ministeri è giudicato secondario o marginale in Italia. Promuoverla è un dovere costituzionale (contenuto nell’articolo 9) e un dovere morale politico (la tutela di un patrimonio unico, straordinario che ci hanno lasciato in eredità). Il turismo crescerà nel mondo e sta già crescendo, infatti sono sempre di più i paesi che non avevano turismo in uscita fino a qualche anno a come la Cina.
Più turismo però genera anche più problemi a città fragili come Napoli. Importante è ora aver dato il giusto peso al ministero che anni fa, per ragioni ignote, è stato aggregato all’agricoltura. Si vede che il ministro aveva una passione per il turismo e ha chiesto la delega. Ora finalmente è insieme alla cultura. La nostra bellezza è rendere competitivi i prodotti nel mondo, il made in italy. E attrarre investimenti e lo si può fare solo dove si sta bene, si mangia e vive bene”.
La ricetta di Franceschini consiste nell’investire sulla creatività moderna e sul grande patrimonio artistico ereditato dal passato.
“In Italia la sfida è investire sulla tutela del patrimonio, che resta un dovere costituzionale. Ma in passato si è trascurato perché si è pensato che era esclusivo, mentre bisogna investire nel contemporaneo. La creatività non è solo del passato ma anche del presente! Ci sono paesi come il Regno Unito che non ha il nostro patrimonio ma che ha investito in industrie culturali creando attrazioni turistiche. Perché noi non possiamo mescolare le due cose? Servono risorse, mezzi e consapevolezza nell’investire. Investire in educazione e conoscenza, contro la paura della diversità e a favore dell’accoglienza”.